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lessimo servire di loro; poichè, oltre che gli indigeni sono numerosi e già assuefatti ai lavori campestri, l’opera loro è, senza alcun paragone, più a buon mercato. Ad un servo non si dà più di un tallero al mese di stipendio, e la giornata di un agricoltore non si paga più di mezzo franco. Quello che occorre agli indigeni è la direzione e l’istruzione, essendo essi del tutto privi di qualsiasi nozione di agronomia, anche la più elementare.

Essi difatto hanno degli aratri imperfettissimi, e, nello arare, non fanno seguire solco a solco, l’uno accosto all’altro, ma solcano la terra a ghirigori, vanno di quà e di là smovendo il terreno a casaccio, a capriccio. Poi vi gettan su i semi nè più vi badano, ma lasciano all’acquazzone la cura d’interrarli; e l’unica cosa che fanno con molta attenzione si è di estirpare le male erbe 1.

2. In Italia non vi è affatto penuria di persone atte ad istruire alla meglio e dirigere gli indigeni nei lavori campestri, e questi sono gli emigranti che la Società dovrà inviare in Africa.

Vi sono da noi innumerevoli giovani i quali si alzano il mattino e non sanno dove andranno a dormire la sera, come faranno per sbarcare la giornata; e, per procurarsi i

  1. Sapeto: op. cit. p. 327.