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pochi franchi, che per vivere, occorrono ad ogni persona di civile condizione, alle volte sono costretti aggirarsi nei confini del Codice penale, e certuni li varcano addirittura. Eppure costoro sono pieni di vigore, hanno una certa coltura e spesso un mestiere, un’arte, una professione; sono cioè ingegneri, architetti, agrimensori, agronomi, dottori in medicina e chirurgia, chimici, farmacisti, operai, maestri di scuola elementare, scritturali, piccoli proprietarii pratici in agronomia ecc. ecc.; insomma tutta la parte direttiva, che abbonda anzi rigurgita in ogni angolo della nostra penisola. E se questi poveri male avventurati non fanno nulla di bene, non è certo per colpa loro, perchè appartengono a quella classe di gente che non lavora, non già perchè non abbia volontà di lavorare, ma perchè non trova dove applicarsi; e che si è convenuto chiamare la classe degli spostati.

Questi sono gli uomini che ci occorrono, queste sono le persone che la Società deve inviare in Africa, ottenendo con ciò un doppio beneficio; poichè se da una parte ogni spostato non può costare alla ricchezza nazionale meno di tre franchi al giorno (giacchè consuma senza nulla produrre), dall’altra parte il suo lavoro in Africa non produrrà meno di cinque franchi al giorno netti. Così, tra il danno che cessa e l’utile che emerge, si avrà un profitto di franchi otto