Pagina:De Lorenzo - Sciotel - Vicende della colonia del Padre Stella e progetto per restaurarla, Napoli 1887.pdf/239

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talia la deportazione come presso altre Nazioni? Certo che sì; e con gran vantaggio sia del nostro bilancio, sia dell’economia nazionale; e, diciamolo pure, la speranza di poter un giorno godere di una certa libertà, di poter godere le gioie della famiglia, gioie che, cogli attuali sistemi penitenziari, per alcuni condannati non sono altro che un’idea, una reminiscenza, farebbe migliori i reclusi, li consiglierebbe ad essere docili, operosi per rendersi degni del premio promesso.

Ecco adunque quali classi ci occorrono in Africa: gli spostati e i carcerati. Con essi e con gli indigeni, non appena ci saremo stabiliti a Sciotel, daremo subito mano alla coltura di quei prodotti coloniali che più a noi necessitano, cioè del caffè, del cotone ecc.

Ma prima di parlare partitamente delle colture debbo aggiungere che, se la Società prenderà subito quello sviluppo che io desidero e prevedo, noi dovremo far capitale grandissimo dei Missionari e dei viaggiatori africani.

Avremo difatto bisogno di estendere i nostri domini e studiare ed esplorare nuove regioni; e perciò i Missionari ci saranno di grande aiuto nell’ottenere delle concessioni di nuove terre, in quelle regioni dove essi vanno ad evangelizzare, e sia gratuitamente, sia per danari. E, dovendo poi studiare ed esplorare queste novelle terre, non ci verrà certo meno il concorso dei tanti valorosi ed arditi