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all’Estero; milioni che, con l’andare del tempo, entreranno nelle casse della Società da me propugnata, vale a dire che resteranno quasi tutti in Italia. E ciò, senza tener conto di circa sessanta milioni che, oltre il cotone greggio in bioccoli o in massa, importarono i varii filati di cotone, semplici, gregi, imbiancati, tinti ecc. ecc.; la quale importazione certo diminuirà col progredire delle industrie nazionali aumentandosi invece, ed in proporzione, la importazione del cotone in bioccoli o in massa. E senza tener conto che non solo all’Italia, ma anche alle altre nazioni, noi potremo fornire i suddetti prodotti, dando alla nostra Società uno sviluppo veramente grandioso, mondiale.

Nel calcolare approssimativamente la spesa e l’utile delle suddette coltivazioni, ho supposto che la fattoria, da impiantarsi, fosse di soli cento ettari; ed ho perciò stabilito venti ettari di terreno per la coltivazione del tabacco, venti per quella del cotone, venti per quella del caffè, venti per quella dell’indaco, e venti per quella dei cereali. Ma questo calcolo servirà soltanto per dare un’idea di ciò che si spende e di ciò che s’introita; poichè, essendo la spesa per cento ettari di soli franchi novemila e trecento, e quindi accessibile al più modesto capitalista, non si costituirà certo una Società con lo scopo di coltivare solamente cento ettari di terreno.

La paga giornaliera da darsi allo agricol-