Pagina:De Lorenzo - Sciotel - Vicende della colonia del Padre Stella e progetto per restaurarla, Napoli 1887.pdf/273

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oltre ogni credere propense a cambiare mode. Le abissine principalmente le Galla (come riferisce il Sapeto) per veste usano, dalla cintola in su, un farsetto, e coprono il resto alla meglio con una semplice pelle morbida di vacca. Al braccio hanno cerchi di rame e di argento; al collo del piede cingono smaniglie e braccialetti di conterie di Venezia, che sogliono pure portare infilate nei capelli e farne i centurini dei fianchi. Siffatta veste, siffatta acconciatura, per loro, è splendida; ed il loro capriccio è così variato che tutti gli anni cambiano di moda, e fanno la disperazione dei negozianti di perluzze veneziane.

Nè più e nè meno di quel che fanno le nostre signore; con questa differenza però che le signore abissine fanno la disperazione dei negozianti, e le nostre fanno la disperazione di chi sostiene le spese; giacchè il capriccio delle africane è per ora limitato alle conterie, e quello delle europee non ha limite alcuno, è sconfinato. Ma facciamo conoscere i nostri prodotti, rendiamone comune l’uso, e ben presto le signore africane sentiranno il bisogno dei saponi sopraffini, delle acque odorose di cento ninnoli ecc. ecc.; porteranno anche loro la tournure, i guanti, i cappelli capricciosi, gli abiti all’ultima moda ecc. ecc.; e ben presto Napoli sarà il loro Parigi.

2. Per ora è prudenza andare a rilento nello