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za grandissima. L’oro horro, o puro, è pure un ramo principale di commercio; nel paese è in poca quantità, ma i Negri dell’Ovest, o del Dinka, i Scianqalla Cussiti del Fasoqlo provveggono gli Abissini di forse 4000 once d’oro, che portano quindi a Massawah, (oncie 1000) a Berbera e a Sawaken. Molto maggiore è l’oro che i Fungi vengono vendendo nel Sennar: grande pure è il commercio della cera, che quel terrazzo fa con l’Abissinia, e coi porti anzidetti. Il commercio loro si fa per la massima parte per cambio, e gli oggetti più ricercati dai naturali sono varie specie di conteria di Venezia, il rame vecchio d’Egitto e dell’Haggias, e tessuti rossi e turchini di cotoni indiani.

Tenuti in gran pregio sono i velluti genovesi di cotone, e lo smercio di questi sarebbe maggiore di quei di Vienna, se i Negozianti di Genova avessero comandite in Cairo e Gedda, come hanno quelli di Venezia e di Trieste. In somma quell’altipiano è dipinto dai Negozianti come un paese fertile, ricco, felice, e in tutto conforme all’altra Abissinia» 1.

Secondo adunque quel che dice il Sapeto occorre procurarci i campioni delle merci, principalmente dei tessuti, che più facilmente si smerciano in quelle regioni dell’Africa, e cercare d’imitarle. È vero che gli studii del Sapeto rimontano a parecchi anni fa, a quasi

  1. Sapeto, Op. citata. Pag. 30 e 31.