Pagina:De Lorenzo - Sciotel - Vicende della colonia del Padre Stella e progetto per restaurarla, Napoli 1887.pdf/30

Da Wikisource.

stanti benefizii, non meno che cogli ottimi insegnamenti, cattivarsi l’affetto e la fiducia di quei rozzi montanari, cosicchè ne divenne il maestro, il protettore, l’arbitro. Anche adesso, lui morto, il suo nome è riverito a Keren e nei villaggi circonvicini, e ciascuno ricorda come si adoprasse a lenire i mali della carestia e della guerra, a comporre le contese tra famiglia e famiglia, tribù e tribù; come egli, non perdonando a pericoli, a fatiche, strappasse dalle mani di spietati rapitori i Bogos tratti schiavi dalle masnade egiziane» 1.

Fin qui il prof. Issel; le cui parole confermano quanto, sin dal 1867 scriveva il Bonichi al nostro Governo, in una relazione datata da Massaua, di cui conservo una copia fatta dal Bonichi medesimo.

Il Bonichi dice che «il padre Giovanni Stella di Asti, già addetto alla missione cattolica francese, si era acquistata tanta benevolenza non solo fra i Bogos, anche musulmani, ma anche presso quasi tutti gli Abissini, che la stima e la fiducia che il suo nome ispirava, era penetrata fin sotto la tenda dell’Imperatore Teodoro e nell’animo del Principe Haylú, i quali più volte gli aveano dato pubbliche e splendide prove del loro affetto».

3. Un giorno del 1865 il principe Haylú, discorrendo col P. Stella delle infelici con-

  1. Issel opera citata pag. 212.