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pensione, a suggerimento dello stesso Console, la promessa verbale di un impiego nei nuovi Tribunali. Ma siccome questa promessa non mi è stata fin qui mantenuta, e le pratiche che qui ho fatto sono state infruttuose ecc. ecc.» 1.

Debbo però confessare che, oltre la dichiarazione del Bonichi medesimo, io non ho altri documenti da dimostrare la promessa d’impiego a lui fatta. Ma credo che al Consolato italiano, e forse anche al Ministero degli Esteri, vi debba essere qualche documento; del resto era un fatto notorio in tutta la colonia italiana di Egitto, nè credo che il de-Martino potrebbe negarlo, o meglio, non rammentarlo: come è anche notorio che il Bonichi non ottenne mai l’ufficio promesso.

Stando così i fatti, è evidente, che si può rivendicare Sciotel; poichè presso tutti i popoli, anche mezzanamente inciviliti, chi non adempie i patti di un contratto, può essere costretto alla risoluzione di esso.

5. Il Governo egiziano trattò lo acquisto di Sciotel col solo Bonichi, come se costui fosse proprietario, o il solo proprietario, di quella regione; ma nel fatto sta che il Bonichi non era il solo ad avere diritti su quel territorio, anzi era il meno interessato.

E per vero il medesimo Bonichi, nella re-

  1. Documenti: Vol. I pag. 7.