Pagina:De Lorenzo - Sciotel - Vicende della colonia del Padre Stella e progetto per restaurarla, Napoli 1887.pdf/66

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lo tradotto in opera; anzi al contrario, non lasciai mezzo intentato, sfidando fin anco la prigione.

La prima persona cui m’indirizzai fu il Comm. Aghemo che allora era al Cairo in missione privata. Egli, pur convenendo che il mio progetto era bello e grandioso, mi assicurò che non potea togliersi l’incarico di presentarlo al Kedivè, perchè glielo impediva la missione particolare del nostro Governo, ed anche a cagione della grandiosità stessa del progetto. Nè alcun utile mi arrecarono le commendatizie che, per lui, mi pervennero da molti eminenti personaggi d’Italia; nè le vivissime preghiere del nostro Console Brunenghi. Al quale ho il dovere di rendere qui pubblici e sentiti ringraziamenti, di quanto ha fatto nel mio interesse e per vedere accolto il mio progetto: egli ne parlò all’Aghemo fin anco nella pubblica udienza, che il Kedivè tenne quando gli fu presentato il collare della SS. Annunziata.

Come pure ho il dovere di ringraziare il Cav. Avoscani, che ad alta voce sosteneva la grandiosità del mio progetto; ma tutto fu inutile, perchè l’Aghemo credeva che la spesa di 1,750,000 franchi spaventasse il Kedivè. Egli non sapea che il Vice Re, per un semplice e forse capriccioso cambiamento da farsi ad uno dei suoi palazzi, spendeva uno o due milioni in pochi giorni! E del resto