Pagina:De Lorenzo - Sciotel - Vicende della colonia del Padre Stella e progetto per restaurarla, Napoli 1887.pdf/72

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grado s’intratteneva con me dello stato misero in cui si trovava la colonia, e mi diceva che si sarebbe reputato felicissimo, se riusciva a rialzarne in alcun modo il perduto prestigio.

Egli si adoperava per farmi ottenere la concessione di una forte industria, per la privativa della quale io offriva al Governo egiziano centomila franchi; e ci sarebbe riuscito se non glielo avesse impedito il continuo aggravarsi della crisi finanziaria.

Aggravandosi adunque di giorno in giorno lo stato della nostra colonia, ed un male ad un altro aggiungendosi, io, vedendo che ivi nulla poteva fare di bene, deliberai di venire in Italia, affin di tenere informati tutti, popolo e Governo, di ciò che si dovea temere, di ciò che si dovea da noi sperare in Egitto.

Sbarcato in Napoli il 12 Giugno del 1876, pubblicai e distribuii largamente una mia memoria sulla colonia italiana in Egitto; nella quale, essendo oramai assolutamente libero da qualunque impegno, parlai, per la prima volta pubblicamente, di rivendicare Sciotel, e mi misi in diretta corrispondenza epistolare col Bonichi, che era in Egitto.

Quella memoria non è certamente un fiore di ottimo stile e di forbita eleganza, ma non pertanto, mi si conceda dirlo, ha il pregio non comune di essere schietta, robusta, vibrata.