Pagina:De Marchi - Il cappello del prete, 1918.djvu/110

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splendidi aforismi quelle consolazioni e quelle dimostrazioni che la sua mente vedeva soltanto in confuso.

«Una palla di cannone che viaggi colla velocità di cinquecento metri al minuto secondo — diceva un capitolo del celebre libro — lanciata dalla terra al sole impiegherebbe nove anni e mezzo per arrivarvi. E il sole è l’astro a noi più vicino. Per giungere a un’altra stella, la più vicina dopo di lui, la palla impiegherebbe più di nove milioni d’anni. E per giungere alla più lontana stella visibile? — diciottomila milioni di anni.... Provate a scrivere questi numeri spaventevoli: provatevi a pensarli! E al di là di quella stella di sedicesima grandezza il telescopio scopre mondi di nebulose, che sono forse altrettanti universi di stelle. Ah, dolce filosofo, che cos’è la tua vita in questo spazio?

«Tutta l’umanità veduta insieme a cento miglia di altezza non è che una muffa, microscopica vegetata nei luoghi più umidi d’una crosta.

«Se il sole per un capriccio viaggiasse una sola giornata lontano da noi, questo bel globo fiorito si cangerebbe nel tempo d’un fiat in una pallottolina di ghiaccio. Chi saprebbe trovare in quel ghiaccio i tuoi eserciti, o imperatore di tutte le Russie? Qual potenza di lente occorrerebbe per rintracciare al di sotto di un blocco di ghiaccio i tuoi quaderni sulla «Ragion pura», o pretenzioso filosofo di Könisberga? In questi gran-