Pagina:De Mauri, L'amatore di oggetti d'arte e di curiosità.djvu/986

Da Wikisource.
970 Ceroplastica


PETITOT Pierre, n. a Laugres, operava sulla fine del secolo XVIII, ed espose al «Salons» dell’anno VIII e IX.

PFRÜND Anna Maria, n. a Lione (1642-1712).


OUESNOY Francesco, noto sotto il nome di Francesco Fiammingo, scultore di Bruxelles morto a Livorno nel 1644, in età di 52 anni, oltre ai lavori in bronzo, marmo, avorio, ecc., ha pur lasciato lavori in cera rappresentanti baccanali ed altri piacevoli soggetti trattati con spirito ed arte, assai cercati. Lavorò molto in Italia.


A. RAVRAI, operava sulla fine del secolo XVIII, ed eseguiva piccoli soggetti per tabacchiere.

REGNAULT «Sculpteur, rue Taitbout» nel 1782 esponeva «al Salon de la Correspondance» soggetti mitologici e piccoli ritratti nella maniera antica, di ottima esecuzione.

RENAUD Jean-Martin, n. a Sarreguemines, autore di piccoli soggetti mitologici, storici e ritratti, per coperchi di scatole, corretti e graziosi, era già favorevolmente noto sotto Luigi XVI; e partecipò a quasi tutte le esposizioni dall’anno VIII al 1817.


SALLIMAGINI o del CERAIUOLO, nome dato ad una famiglia di ceroplastici Italiani egregi, i cui membri erano: Benintendi Jacopo, suo figlio Zanole e suo nipote Orsino. Quest’ultimo ebbe insegnamenti da Andrea Verocchio, e si segnalò in modo speciale, operando per Lorenzo De Medici.

SURUGUE operava al tempo di Luigi XVI, ed esponeva al «Salon de la Correspondance» nel 1779 e 1785 piccoli bassorilievi e medaglioni ritratti trattati con delicatezza ed arte.


TRAUTMANN Michael, nato a Bamberg nel 1742, ceroplastico del primo Vescovo di questa città nel 1778.


ZUMBO Gaetano Giulio o Gastone, abate, di famiglia nobile ma povera, nato a Siracusa nel 1656, morto a Parigi nel 1701, anno in cui aveva presentato a quell’Accademia delle Scienze una testa in cera finissimamente lavorata e acquistata da Luigi XIV. Seco a Parigi aveva pure portato due opere considerevoli, in cera policroma: «La Natività di Gesù Cristo» e la «Deposizione dalla croce» la quale venne riprodotta in incisione da Elisabetta Sofia Chéron (1648-1711) nel 1710, misurante millimetri 603 per 538.

Visse a Firenze, Roma e Bologna. Pare che il segreto della colorazione della cera fosse noto a lui solo. Chiamato a Firenze dal Granduca di Toscana, che gli assegnò una lauta provvisione, restò lungo tempo al suo servizio. Quivi fece la più celebre opera «La Corruzione», ora trasferita