Pagina:De Roberto - Al rombo del cannone, Milano, Treves, 1919.djvu/230

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L’ottimo Valadier è addolorato nel veder partire il figliuolo, "ma si sarebbe sentito molto più infelice se gli avessero vietato di rappresentare la sua parte di padre nobile secondo il Diderot e di prendere in prestito al Greuze la truccatura del ruolo.... Egli pronunziò un discorsetto pieno di coraggio e di sensibilità. Le sue lagrime colarono. Noi non potemmo trattenere le nostre. Erano lagrime del secolo decimottavo. Ma quando la signora Valadier baciò il soldatino sulle due guance e gli disse: - Va’, caro ragazzo mio - non so perchè quelle parole mi scossero molto più che l’allocuzione del papà. Non significavano tuttavia gran cosa, salvo che quella madre, un po’ ridicola ma dolorosa, dava con tutto il cuore, e senza frasi, il figliuolo diletto alla Patria. Io trassi un singhiozzo da bambino. Il signor Valadier mi guardò con occhio severo, ma perchè aveva paura di fare altrettanto".


II.

Con quest’arte, con questo stile Abele Hermant narra di Emma Valadier.

L’ospite, vedendo la giovanetta sempre pensierosa e triste, sospetta che abbia un secreto d’amore colpevole, ma non depone perciò l’i