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violentemente, buttata via la sua maschera, senza neppur tentare di coonestare con l’impeto della passione l’iniquo attentato, egli aveva tratto profitto della forza dei suoi muscoli irrigiditi, della potenza magnetica degli sguardi penetranti... Il rauco grido di ribrezzo, di terrore, di raccapriccio che era uscito dalle labbra contratte di Massimiliana, lo aveva fatto avvertito che nulla più egli aveva da sperare; allora, aveva avuto l’accortezza di allontanarsi, di dileguarsi, immediatamente e per sempre...

Egli era scomparso, ma la sua imagine turpemente decomposta non si era cancellata più dagli occhi di Massimiliana. Più che il sentimento della contaminazione subita, era un vaneggiamento dinnanzi all’infamia commessa da quell’uomo che occupava il suo spirito. Ciò a cui ella si ribellava, era il fatto che una simile doppiezza, che tanta perversione, che una iniquità simile fossero possibili. La sua fede, la sua stessa ragione si erano scosse, nella lunga crise che aveva seguita la repentina rivelazione dell’orrore. La sua primitiva