gine, il fine della vita; finchè il piacer tuo è nel
mio, noi ci amiamo; quando non ci bastiamo più l’amore finisce. Tu dici
un’altra grossa parola: l’onore. Dove mai lo riponi? L’onor mio consiste
nel dire ciò che penso, nel metter d’accordo le mie azioni con le mie
idee. Tutto il mondo è retto da pregiudizii iniqui, ma più stupidi che
iniqui. La scienza che non mente ha espresso la vera, la sola legge dal
cumulo delle secolari menzogne: voglio dire la legge della lotta per
l’esistenza. Nascondetela, date al fuoco i libri che l’insegnano, se
volete che le vostre menzogne siano ancora credute. Ma quando la
riconoscete, come potete restar serii udendo ripetere i ritornelli
bugiardi? Bisogna scegliere tra la morte e la vita: rinunziare alla vita
è preferibile, ma voi non volete. Se io debbo vivere, estermino tutto il
genere umano per procurarmi quella che a te pare la più futile delle mie
soddisfazioni! Tu volevi che noi facessimo una famiglia indissolubile.
Ma non sei ora contenta d’esser libera, non è bene che tu mi possa
abbandonare se, avendomi visto come sono, ti faccio orrore? Lascia che i
figli ignorino i padri, se non vuoi che maledicano chi ha dato loro la
vita! Perchè vorresti che noi fossimo indissolubilmente legati, quando
naturalmente ciascuno di noi è autonomo; quando niente vieta, anzi tutto
ci persuade, che ciascuno di noi