Pagina:De Roberto - Spasimo.djvu/137

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storia d’un’anima 125

gine, il fine della vita; finchè il piacer tuo è nel mio, noi ci amiamo; quando non ci bastiamo più l’amore finisce. Tu dici un’altra grossa parola: l’onore. Dove mai lo riponi? L’onor mio consiste nel dire ciò che penso, nel metter d’accordo le mie azioni con le mie idee. Tutto il mondo è retto da pregiudizii iniqui, ma più stupidi che iniqui. La scienza che non mente ha espresso la vera, la sola legge dal cumulo delle secolari menzogne: voglio dire la legge della lotta per l’esistenza. Nascondetela, date al fuoco i libri che l’insegnano, se volete che le vostre menzogne siano ancora credute. Ma quando la riconoscete, come potete restar serii udendo ripetere i ritornelli bugiardi? Bisogna scegliere tra la morte e la vita: rinunziare alla vita è preferibile, ma voi non volete. Se io debbo vivere, estermino tutto il genere umano per procurarmi quella che a te pare la più futile delle mie soddisfazioni! Tu volevi che noi facessimo una famiglia indissolubile. Ma non sei ora contenta d’esser libera, non è bene che tu mi possa abbandonare se, avendomi visto come sono, ti faccio orrore? Lascia che i figli ignorino i padri, se non vuoi che maledicano chi ha dato loro la vita! Perchè vorresti che noi fossimo indissolubilmente legati, quando naturalmente ciascuno di noi è autonomo; quando niente vieta, anzi tutto ci persuade, che ciascuno di noi