Pagina:De Sanctis, Francesco – Alessandro Manzoni, 1962 – BEIC 1798377.djvu/140

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E mentre gli occhi di Ermengarda cercano il cielo:

                         col tremolo
Sguardo cercando il ciel,

quello sguardo diviene parola nelle suore, che innalzano a Dio la loro preghiera, perché accolga l’anima di lei.

Che è questo Coro? Le vergini, mentre Ermengarda muore, le sono intorno, la confortano, pregano per lei. È questo un momento lirico cristiano interessante. È la vita di Ermengarda rappresentata non da lei, ma dagli spettatori, che ricordano la lotta da lei sostenuta nel convento, dove è stata per cinque anni, lotta tra la memoria del passato che non l’ha mai abbandonata e l’amore di Dio, che spesso ha cercato di cancellare l’affetto di lei per un uomo. Le suore dunque ricordano tutta la vita di Ermengarda nel monastero, quand’ella rammentava la Mosa:

      Oh Mosa errante! oh tepidi
Lavacri d’Aquisgrano!
e il tempo ch’ella andava a caccia insieme col re, di che ella parlava non osando parlare direttamente di Carlo e dire che l’amava. In ultimo si esprime il sentimento dell’offerta che Ermengarda fa di sé al Signore.

Il sentimento del Coro è che la lotta, la quale Ermengarda sostiene nel convento, quell’amore tenace che non può cacciar via, il dolore, il martirio, le aprono la via del cielo: perché soffrire in terra è godere nell’altra vita. Intorno a questi pensieri è ricamato tutto il Coro.

Dopo aver rapidamente mostrato come Manzoni rappresenta Ermengarda, vediamo di esaminare che cosa è uscito da lui, che è Ermengarda, che è questo Coro.

Dissi che Adelchi è un ideale vuoto di energia, mancato. Ermengarda è veramente l’ideale femminile che Manzoni vagheggiava? Volete sapere che dovrebbe essere Ermengarda perché si sviluppasse tutto l’ideale immaginato dal poeta? Bisognava