Pagina:De Sanctis, Francesco – Alessandro Manzoni, 1962 – BEIC 1798377.djvu/168

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questo momento, sino alla morte di lui, si ha una serie di fatti storici.

L’autore ha sentito istintivamente che una tragedia puramente storica, senza personaggi ideali, non poteva che riuscir fredda. Cercando il modo di combinare la storia e l’ideale, il poeta viene alla strana risoluzione di ficcare nella tragedia personaggi ideali, cioè, per Manzoni, inventati. Infatti tutti i personaggi della tragedia sono storici, tranne due, Marino e Marco, oltre i due commissari che sono anche in parte inventati.

Quando si viene alla catastrofe, quando i Veneziani sospettano che il Carmagnola li tradisca per favorire Filippo Visconti, sorgono nel Senato due correnti. Da una parte è la ragione di Stato, il patriottismo superiore alla stessa moralità, l’idea che si riassume nel salus publica suprema lex esto. Il rappresentante di questa idea è un senatore. Marino, uno de’ personaggi inventati. Marino può dubitare se sia traditore Carmagnola, ma pure inculca l’atto più indegno che da uno Stato si possa commettere, sia qualunque la forma del governo: una insidia volgare. Sapete che il Senato, colmandolo di onori, invitò Carmagnola a venire in Venezia, allontanandolo da’ suoi soldati: preso, il tribunale segreto lo condannò a morte.

Rimpetto a quella idea c’è l’idea contraria, l’idea della moralità, della virtù, dell’amicizia, la quale non può consentire che [così] vigliacca insidia si trami contro Carmagnola. Rappresentante di essa è Marco, fi quale non crede possibile che il Conte sia traditore, e invano si adopera a fargli comprendere che gli si tende un tranello, prima che vi caschi.

Ma non basta aver rimediato così al bisogno di personaggi ideali; Manzoni trova un’altra difficoltà. Quelli ch’egli voleva rappresentare erano tempi lontani da noi, e le virtù e i vizi vi erano considerati in altro modo. Immaginate che cosa fossero quegli avventurieri che si vendevano a chi più dava:

E venduto ad un duce venduto.
Per lui pugna né chiede il perché.