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nasce nell’uomo che ha in sé il tipo, che aspira al migliore, e che è circondato dal mondo pessimo, e non ha la forza di lottare con esso; ed è il sentimento di questa contradizione che erompe nell’accento lirico, che sono i suoi cori — come quando egli vede il mondo latino

vulgo disperso che nome non ha.

Dunque l’ideale del Manzoni è ideale negativo, ideale impotente, perché questo sta da una parte, e la storia sta dall’altra.

Nello Schiller vediamo l’ideale incarnato nell’individuo, come nel Marchese di Posa che l’estrinseca anche a forza del martirio: ma l’Adelchi finisce impotentemente nella lirica.

In questa teoria del Manzoni c’è del vero e c’è dell’esagerato.

C’è del vero, e questo è il bisogno del positivo e del reale. Allorquando l’immaginazione ha lavorato sola fuori del positivo ed ha creato la grande poesia, e quando essa è giunta fino all’abuso, allora si sente il bisogno di andare appresso a sentimenti più sani; ed è il Manzoni che sente quel bisogno ed ubbidisce a quel sentimento, quando nutre quel rispetto pel positivo. E ci è un altro utile nella teoria del Manzoni, e quest’utile si scorge quando si consideri che il poeta debbe avere anch’egli la sua educazione. Non basta leggero Omero ccl altri classici per divenir poeta, bisogna educarsi ad un’altra ginnastica. Ed al tempo del Manzoni í poeti lavoravano d’immaginazione su di altre poesie; Monti, Alfieri, Foscolo lavoravano sovra un repertorio greco, ed anche italiano.

Ora il Manzoni richiama l’attenzione al positivo, ed a questa ginnastica vuol educare l’ingegno. Egli vi dice: non studiate gli uomini in Omero o in Dante, ma nella storia.

Ed il sostituire la natura e l’uomo della storia alla pura immaginazione, era il rinnovare il mondo poetico, era un progresso.

Dallo studio della storia nasce quella misura, oltre la quale v’è l’esagerato. Il Jacopo Ortis è un bel lavoro, ma ebbe plauso fugace, e di occasione, perché ha difetto nella misura: ivi tutto è oltrepassato.

Saper dunque trovare il limite del reale nel più accurato studio della storia è l’altro frutto benefico della teoria del Manzoni.

Ma, o signori, essa ha del falso, e questo è l’esagerazione.

Manzoni ha confuso la parola positivo con la parola reale.

Il reale è un concetto superiore all’ideale ed al positivo. Una cosa può essere avvenuta e può non essere reale artisticamente, come l’insignificante etc.; ed al contrario una cosa può non essere avvenuta e può essere reale artisticamente se lo spirito le ha dato potentemente una forma. Con ciò Manzoni si è creato una difficoltà, ed il risultato ottenuto da lui fu diverso da quello che si proponeva. Egli cercava nella tragedia servigi dell’arte per illustrar la storia, e non c’è riuscito, ed ha