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132 la giovinezza


Costui era Giambattista Mauro, di Andretta, un paese prossimo al mio. Veniva a fare i suoi studi, ai quali si diede con una serietà superiore agli anni. Semplice, modesto, sobrio di parole, di carattere facile e paziente, mi fu dolce compagno, e la compagnia si mutò presto in una stretta amicizia, fondata sulla stima. Mi pagava dodici ducati il mese. Più tardi capitò un greco, certo Giovanni M... Educato a Parigi, veniva in Napoli per compiere i suoi studi, affidato alle mie cure. Mi offerse cinquanta ducati il mese. Questo mi fece aprir gli occhi. Mi parve una somma enorme, e quasi un tesoro venutomi da qualche zio d’America. Quei cinquanta ducati mi parevano una ricchezza inconsumabile, e per fare onore all’ospite, non guardai a spese. Gli diedi la più bella stanza e provvidi che il desinare fosse lauto. Era un giovane sveltissimo e vivacissimo, l’allegria della casa. La natura lo aveva fatto a grandi cose, ma i quattrini e Parigi avevano guasta l’opera della natura. Crebbe frivolo, superficiale; faceva dello spirito; motteggiava con frizzi spesso volgari. Suo bersaglio era principalmente Giambattista, che gli passava tutto con un mezzo riso, tenendosi sempre dalla sua. Prendeva aria di gran signore, affettava una superiorità benevola, che si esalava nei motteggi fatti con certo garbo di giovane a modo. C’era in quel suo riso un’amabilità che troncava le punte, e non ti dava modo di mostrarti offeso. Era un buon compagnone e un buontempone, vago di sollazzi tra gioviali brigate. Giambattista era il contrapposto di lui; la sua serenità era in contrasto grottesco con quella leggerezza capricciosa del greco. Veniva anche alla scuola; ma il suo spirito vi rimaneva estraneo, e stava li solo per far raccolta di sali e di motti.

Soleva mettere in caricatura tutti i nobili sentimenti; era come il diavolo in chiesa. Se la pigliava alcuna volta coi povero don Francesco: non sapeva cosa ci venisse a fare lui, in quella età. Religione, patria, libertà, scienza, tutto ciò che faceva risuonare le nostre anime, rimaneva senza eco in quello spirito mobile. Nondimeno gli volevano bene, conversavano volentieri con lui, e lo trovavano un buon amico. Parecchi gli si attaccavano ai panni, e facevano le scampagnate con lui, tutto contento di fare le spese.