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il genere narrativo 181

fece olocausto di bellezze profane, ch’erano la parte più geniale del poema. Seguendo regole convenzionali, perdette d’occhio le regole eterne dell’arte. Non corresse, ischeletrì il poema.

Il l’asso era un poeta geniale, di molta immaginazione e sensibilità, dotato più di dolcezza che di forza, e attissimo a far sue tutte le idee cristiane, la cui nozione fondamentale è la carità. Abbattutosi in quel contenuto cristiano, ebbe poca virtù di trasfondersi in esso e cercare ivi le sue ispirazioni. Si fece trascinare dalla moda e dalla critica, e, spirito poco resistente, visse in perpetua lotta tra questi elementi ostili. Volle sottoporre a modelli omerici un contenuto di natura affatto diversa, e la moda, tirandolo appresso a’ poeti cavallereschi, e tormentandolo con l’immagine rivale dell’Ariosto, gli velò in parte la novità e la divinità del suo contenuto. Quando, in età più matura, volle porvi rimedio, era troppo tardi, e non attinse del nuovo contenuto che le parti esteriori e accidentali. Nondimeno si deve alla ispirazione cristiana la parte più eletta del suo poema: il fatto di Sofronia, la morte di Clorinda, e un cotal poco anche il suo Tancredi. Lessi l’episodio di Sofronia, e mostrai l’intima sua commessura col poema, indicando la vanità di quella rassegna militare a imitazione omerica, ch’egli vi sostituì nella Gerusalemme conquistata. Notai certi moti psichici, indizio di una intimità rara nei nostri poeti. Cosi Tancredi prende superbia a vedere in maggior copia il sangue del suo nemico; Solimano piange alla vista del suo paggio ucciso; Argante, cominciando il duello, guarda a Gerusalemme caduta. Anche è notevole una certa serietà di sentimento, quantunque l’espressione sia rettorica, com’è ne’ lamenti di Tancredi e ne’ furori d’Armida. L’organismo del poema, come tessitura, è perfetto, e l’ottava, se non ha l’onda melodica del Poliziano e dell’Ariosto, è però più nutrita e s’imprime più facilmente nella memoria. Nel vezzoso e nel molle non ha eguale, come si vede anche nell’Aminta. Il suo viaggio alle Isole fortunate è un capolavoro e le molli lascivie di que’ giardini e di que’ palagi magici sono una vera magia di stile. Conchiusi che il Cristiane-