Pagina:De Sanctis, Francesco – La giovinezza e studi hegeliani, 1962 – BEIC 1802792.djvu/217

Da Wikisource.

la scienza dell’essere 211

tinua nell’essere altro, l’altro è pure un quantum. Ma non solo l’altro solo di un quantum, ma l’altro del quantum, il negativo di sé come limitato, il non-limite, l’Infinito. Il quantum è un dovere: i) essere determinato per sé 2) e insieme determinato in un altro; 3) tolto essere determinato in un altro, e indifferente sussistere per sé. Cosi in esso si ritiene un doppio ed opposto senso, finito ed infinito. Come limitato e come determinato in un altro è finito; come il suo non-essere limitato, e come ritornato in sé, indifferente essere per sé, è infinito. Cosi il finito e l’infinito hanno nel quantum ciascuno il momento dell’altro in sé.

Nel qualitativo infinito non è posto di avere la negazione o l’altro in sé: il passaggio è solo in sé, nel suo concetto. Il quantitativo è tolta determinazione: esso è posto di essere mutabile, cioè disuguale con sé e indifferente rispetto a se stesso: continuantesi nell’infinito, in cui ha la sua assoluta determinazione.

Quantitativo infinito progresso.

Il progresso all’infinito è l’espressione della contraddizione contenuta nel finito o nel quantum — alternarsi reciproco de’ due opposti, finito ed infinito, come nel qualitativo, sol che qui l’infinito ha in se stesso il quantum, il quale nel suo essere fuori di sé è esso stesso: l’estrinsechezza appartiene al suo essere in sé. Ma la contraddizione non è liberata: l’infinito è un perenne di là, non un positivo e presente.

Nota. L’innalzamento del pensiero sul sensibile senza poter mai raggiungere l’infinito, di modo che soccombe ed è preso da vertigine nella noia di ripetere limiti sparenti e rinascenti nell’atto stesso, è il sublime sensibile di Kant — sentimento dell’impotenza di questo infinito o dovere a signoreggiare il finito. All’infinito sensibile egli oppone l’infinito dell’io, che et si totus illabatur orbis, riconosce nell’assoluta libertà del suo volere come un puro io, sé uguale a sé — raggiunto di là, presso di sé, un di qua — assoluta affermazione e presenza. Ma come puro o astratto, il concreto, l’esistere, pienezza dello spirituale e sensibile universo, gli sta incontro all’infinito: contraddizione rinascente: essere ritornato in sé, che immediata-