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essenza 231

nullo e tolto in sé, e perciò ritornante in sé: il suo rapporto su di sé è il suo immediato, la negazione della sua insostanzialità, il negativo concordante con sé, la sostanzialità. Ma per contrario il sostanziale come immediato è determinazione, momento, solo come negatività rapportantesi su di sé. Questa identità del negativo e dell’immediato è l’essenza. L’apparenza è l’Essenza stessa, ma l’essenza in parziale determinazione — così suo momento. L’essenza come infinito movimento su di sé determinante il negativo come immediato e l’immediato come negativo è l’apparenza di sé in se stessa.

La riflessione.

L’apparenza è riflessione, ma immediata. La riflessione è il suo ritorno in sé, il toglimento del suo immediato.

b)

RIFLESSIONE


Riflessione ponente o assoluta.

L’essenza è riflessione, cioè movimento del diventare e passare che rimane in sé: movimento del niente sul niente, e ritorno in sé. Il passare si toglie nel passare: l’altro che diventa, è non il non-essere di un essere, ma il niente di un niente, e la negazione del niente produce l’essere, che come tale movimento è essenza. Questa niente ha fuori di lei: pura negatività, è essa stessa il negativo che nega, ed è in questo negare. Questa pura assoluta riflessione del niente sul niente è prima ponente. L’apparenza è il nulla, il cui essere è la sua uguaglianza con sé: nega se stessa. Cosi essa è negazione, e negazione tolta: negazione e immediato. Il suo concordare con sé è i) uguaglianza con sé, immediato. 2) Ma l’immediato è l’uguaglianza del negativo con sé; così uguaglianza negante sé. L’immediato come il Negativo in sé e di se stesso, è e non è. L’essere posto è l’immediato solo in questa determinazione, cioè come rapporto su di sé, o ritorno in sé togliendo il negativo, e così se stesso. La riflessione è