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essenza 279


Mediazione.

La Realtà ora è un concordare del reale possibile, suo essere in sé, con se stessa; come mediata mediante la sua negazione è essa determinata come possibilità. Ma questa non è altro che questo mediare, in cui l’essere in sé, cioè essa stessa, e l’immediato sono ambi nello stesso modo esseri posti. Così è la Necessità che è appunto il togliere dell’essere posto, e il porre dell’immediato e dell’essere in sé, ma insieme il determinare l’immediato o il tolto essere posto, come essere posto. Cosi è essa stessa che si determina come accidente: nel suo essere si scaccia da sé; in questo scacciare è ritornata solo in sé, cioè semplice essere, ed in questo ritorno si è scacciata da se stessa. Cosi la Forma ha penetrate tutte le sue differenze e si è fatta trasparente nel suo realizzarsi: essa è come assoluta Necessità solo questa semplice Identità dell’essere nella sua negazione o nell’essenza con se stessa.

Assoluta necessità.

L’assoluta necessità è la verità, in cui ritorna il reale e il possibile, la formale e reale necessità. Come identità con sé nella essenza, essa è puro essere, e pura essenza: ambi lo stesso. Il necessario è perché è: non ha condizione o fondamento. Ma esso è pura essenza: il suo essere è la semplice riflessione in sé: esso è perché esso è. Come riflessione ha condizione e fondamento, ma esso stesso è la sua condizione e il fondamento. Esso è in sé, ma il suo essere in sé è il suo immediato, la sua possibilità è la sua realtà. Esso è così perché esso è: come concordare con sé è essenza; come semplice ed immediato concordare, è essere — semplice immediato che è assoluta negatività. Riflessione o Forma dell’Assoluto, o assoluta Necessità. Le sue differenze sono perciò non determinazioni della riflessione, ma essente varietà, sostanziali altri l’uno rispetto all’altro; ma perché il loro rapporto è l’assoluta identità, è questo l’assoluto passare della loro realtà nel loro possibile e del loro possibile nel loro reale.