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essenza 291

sarà riflesso, e diventa una infinita reciprocanza in sé ritornante di fatti o di effetti.

c)

RECIPROCANZA DI EFFETTI


Estrinseco concordare.

Nella finita causalità le sostanze si rapportano effettuando l’una all’altra. Il meccanismo consiste in questa estrinsechezza della Causalità, che cioè la causa nella sua riflessione in sé nel suo effetto è a un tempo essere repellente, sicché nella sua identità con sé essa rimane ^estrinsechezza, e l’effetto è passato in un’altra sostanza. Nella reciprocanza questo meccanismo è tolto: perché essa contiene i) lo sparire di quel primitivo permanere dell’immediata sostanzialità; 2) il nascere della Causa; 3) la primitività per mezzo della sua negazione mediantesi con sé. La reciprocanza dapprima è reciproca causalità di supposte condizionantisi sostanze; ciascuna è rispetto all’altra a un tempo attiva e passiva: così si è tolta ogni loro differenza — apparenza al tutto trasparente: sono sostanze in quanto sono l’identità dell’attivo e del passivo. La reciprocanza è perciò ancora solo vuota maniera, un estrinseco concordare di quello che è già posto in sé.

Mediazione.

Esse stando in rapporto non sono più substrati, ma sostanze: nel movimento della condizionata causalità si è tolto il supposto immediato; e il condizionante della causale attività è la propria passività, o l’azione contro l’effetto. Ma questo non viene da un’altra primitiva sostanza, ma da una causa che è un condizionato o mediato. Questo dapprima estrinseco che viene nella causa e produce la sua passività, è quindi mediato per se stesso, prodotto dalla sua propria attività — la passività posta mediante la sua stessa attività. La Causalità è condizionata e condizionante; e tanto il