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302 il «manuale» del rosenkranz

vole al punto ond’era partita, contenente in sé il germe di un nuovo diventare. Questa opposizione eternamente riconciliantesi nell’unità, questa produzione che esce dalla contraddizione, questa tesi, antitesi e sintesi, per dirla, quantunque impropriamente, col linguaggio di Fichte, genera quella sistematica divisione trinaria, la cui stretta osservanza ha fatto un cotal poco sorridere i gravi tedeschi. La storia della poesia è già tutta costruita in capo dell’autore, prima ch’ei vi ponga mano; egli ha un disegno bello e fatto, che è il presupposto o il preconcetto della sua narrazione. Il che se non lice in filosofia, tanto meno è conveniente alla storia, non dovendosi dimenticare che il fatto ha un doppio elemento, empirico e razionale; e che un assoluto fatalismo non è che un’astratta e parziale rappresentazione della storia. Noi avremmo perciò preferito che l’autore, lasciando stare lo schematismo sistematico ed innaturale di Kant e la filosofica costruzione alla maniera di Schelling, si fosse appigliato meglio al metodo dialettico del suo maestro, rappresentando la storia nella sua immediata apparizione, e sceverando via via dall’accidente il necessario. Né sappiamo che possa esserci compenso l’aver relegato il sistema nell’indice e l’aver data alla storia un’apparenza di esposizione dialettica, poiché poco monta che non ci siano capitoli, sezioni e paragrafi, né i, 2, 3..., quando ciò sia nella natura della cosa. Ancora ha egli voluto procedere secondo le nazioni, riserbandosi all’ultimo il quadro generale, affinché, egli dice, il generale ci sia non come principio, ma come risultamento. Nel che non ci pare che sia stato severamente attaccato al metodo del suo maestro, perché è evidente che rileva ben poco il luogo materiale, quando quell’assoluto domina dalle prime pagine tutto il lavoro.

Del rimanente noi non insisteremo sopra un difetto di metodo, che lo stesso autore confessa candidamente, e che ci sembra non disacconcio allo scopo dell’insegnamento, al quale può destinarsi: il contenuto dee scaturire dall’intima vita popolare e la forma dall’intrinseco del contenuto, onde il metodo.