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i32 la poesia cavalleresca

cripante fa un altro calcolo; ma, mentre vuol uscire dal ridicolo, un’avventura ve lo rificca. Un cavaliere sopraggiunge. Sacripante, indispettito, lo sfida e n’è rovesciato. Mentre Angelica lo aiuta a rialzarsi, sopraggiunge un guerriero che lo informa esser egli stato abbattuto da una donzella.

Le sue mortificazioni non sono finite. Angelica non ha più fiducia in lui, sicché, vedendosi venire incontro Rinaldo, gli dice: — Fuggiamo! — . Sacripante duella con Rinaldo, è il primo gran duello del Furioso senz’armi incantate: Ariosto ha raccolto in un’ottava tutti i movimenti della scherma:

     Fanno or con lunghi, ora con finti e scarsi
Colpi veder che mastri son del giuoco:
Or li vedi ire altieri, or rannicchiarsi
Ora coprirsi, ora mostrarsi un poco;
Ora crescer innanzi, ora ritrarsi;
Ribatter colpi, e spesso lor dar loco;
Girarsi intorno; e donde l’uno cede,
L’altro aver posto immantinente il piede.
Una delle sue più facili ottave, infelicemente imitata dal Tasso. Angelica se ne scappa.

L’autore non la risparmia. Questa disprezzatrice di tanti eroi cade in mano ad un romito estenuato, ma in cui la vista di tanta bellezza ridesta la superbia della carne, che l’addormenta magicamente. Mentre fa inutili sforzi, son presi dai pirati, e la regina del Catai vien attaccata nuda ad uno scoglio per servir di pasto ad un’orca.

Ruggiero, sul cavallo alato, la salva, e le ridà il suo anello. Appena lo ha, rivela tutta la protervia del suo carattere. Si prende spasso de’ cavalieri erranti, ruba l’elmo ad Orlando, e, dopo aver mostrato tanto disprezzo per tutti, ultima ironia, s’innamora d’un pastore bello ma di bassa estrazione e di bassissimo animo ed offre trono e mano a Medoro.

Quanta ironia! Distrugge col suo persiflage l’Angelica del Boiardo. Il carattere di Angelica è uno de’ piú profondamente