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ii. il «savonarola» di pasquale villari i9i


Solo un uomo non volgare può dirsi: — Rinunzio a un disegno che m’ha costata tanta fatica, ci rinunzio, perché dopo lunghi studi mi sono convinto che quello che volevo fare è stato giá fatto, e bene — . E solo un uomo di fine criterio può dirsi: — Ho scoperto de’ documenti, ho cercato le fonti originali, ho in mano di che migliorare e allargare il materiale: eppur questo mi dá il dritto di fare un comento critico, non una storia — .

Villari nondimeno ha voluto fare una storia, e ce ne sono giá troppe. Lo ha fatto per vanitá, per insufficienza di criterio, o per una seria convinzione? In altri termini: dopo di aver conosciuto tutto ciò che è stato fatto intorno a Savonarola, ha ben capito ciò che rimaneva a fare?

La serietá d’uno scrittore io l’argomento dal modo come si prepara al lavoro; il suo ingegno dal modo come pone il problema. Se guardo alla preparazione, ho di che dire: — Villari è uno scrittore serio — . E se guardo al problema, ho di che dire: — Villari è un uomo d’ingegno — .

Porre il problema significa capire ciò che rimane a fare. Una materia elaborata per parecchi secoli ti dá un problema fondamentale, intorno a cui con piú o meno di coscienza s’aggirano gli scrittori. Ora il problema che ti dá il Savonarola è meno storico che psicologico.

Non si tratta piú di sapere cosa ha fatto Savonarola: su’ fatti piú o meno si consente. La quistione è: cosa è Savonarola?