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nino bixio | 26i |
persuadere e non discutere; comandava, e talora in quel suo stretto genovese, e voleva esser capito subito e ubbidito. Questo che spesso è dispotismo o capriccio o arbitrio ne’ cervelli angusti e assoluti, era purificato in lui dal fine buono e dal suo gran cuore di patriotta: aveva l’impazienza di chi è nato all’azione, e lo sdegno di chi molto ama. Quando si pronunziava Garibaldi, le facce s’irradiavano come innanzi a ima luce superiore; quando si pronunziava Bixio, testa e occhio si abbassavano come innanzi a una forza irrefrenabile e irresistibile. La folla amava Garibaldi, e gli si avvicinava; ammirava Bixio in lontananza.
Quest’uomo che su’ campi di battaglia pareva una tigre, pericolosa anche a’ vicini, nella Camera divenne apostolo di pacificazione: tanta mansuetudine era sotto a quelli sdegni. Non capiva le passioni de’ partiti, non capiva soprattutto perché Cavour e Garibaldi confusi in una stessa ammirazione popolare dovessero esser divisi. I suoi discorsi erano capilavori di bonarietá, di naturalezza e di efficacia. Parlava, come operava, diritto e rapido. Non usava argomentazioni e non commozioni di affetti. Gli pareva che le sue idee dovessero fare sugli altri quello stesso effetto che sopra di lui e gli bastava enunciarle. Questa sua persuasione era tanta che la resistenza lo rendeva attonito, e quando la Destra si attentava a interromperlo co’ suoi oh! oh! balenava nell’occhio lo sguardo della battaglia e faceva moti convulsi come per tenersi.
Cessate le grandi lotte, prese a poco a poco l’aria borghese della Camera, e non trovò piú posto per sé, non piú parola. Tutte quelle combinazioni e cospirazioni di dietro scena, quelle manovre, quel linguaggio a secondo fine, quelle maldicenze all’orecchio, gli parevano piccolezze di comari, o come diceva il bravo Ricasoli, pettegolezzi di cantanti. Errò fra Sinistra e Destra e non parlò piú. Non comprendeva e non era compreso. Una volta cercò di appassionarsi sulla questione della marina. Un’altra volta gli usci una parola terribile, sulla quale fu messo cenere dal suo patriottismo. Si sentiva nella Camera un uomo spostato.