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lorenzo borsini 28i

Manzoni ti porge innanzi le immagini serene di un mondo celeste. Borsini ti fa un articolo di catechismo sul dovere di por freno a’ nostri affetti.

Questo difetto nell’immagine e nel sentimento, si può vedere, ad esempio, ne’ seguenti versi:

     Adele mia, non mai da me disgiunta
Che i brevi di dal ricevuto anello
Non schifò mai di comparir seguace
Di Cristo e professare il suo divino
Vangelo ed ubbidire a Chiesa Santa.
Ella di vivo spirito fornita
Giungeva in raro nodo al brio nativo
Semplicitá della colomba, e seppe
Serbar sé pia, né ad altri esser gravosa.
In mente, quindi, non mi cadde ch’essa.
Del periglio avvertita, avrebbe a sdegno
Morir qual visse, o che l’indurla ad atti
Che le fur sempre familiari, pena
Costar dovesse mai; non era il senso
Religioso d’incertezze sorgente,
Era l’orror d’inopinata morte;
Era il vederla in un balen, dal fiore
Di gioventú, di vita e di salute,
Da’ casti amplessi di riamato sposo.
Dalla pace domestica divelta
A forza e per lo crin da ferrea mano
Trascinata alla tomba e d’un sol urto
Precipitatavi dentro. Ecco la fonte
Delle angosce e de’ palpiti nel mio
Animo derelitto...

Vedi da una parte le qualitá religiose di Adele numerate astrattamente, quasi una serie di cifre, e dall’altra una prosaica spiegazione del suo rammarico. E se a questo aggiungi, che la naturalezza dello stile, qualitá principalmente vagheggiata dall’autore, non di rado, diventa volgaritá negligente, ti accorgerai perché questa poesia ti lascia freddo, salvo in certi punti felici.