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30 la poesia cavalleresca

possibile in un poema comico come quello del Pulci. Bisogna dunque farne un personaggio che faccia ridere: il riso purificherà ciò che ha in sé d’odioso. Invece di avere un’intelligenza superiore, avrà furberia e malizia: sarà una volpe, che ci farà ridere non solo per le sue azioni in sé, ma ancora per gli equivoci ed effetti che ne nasceranno. Ha saputo il Pulci dargli sufficiente furberia e malizia? No. La gran malizia di Gano è lo scriver lettere. Lo stesso grossolano meccanismo produce più volte gli stessi effetti. Non desta né ammirazione per la sua grandezza ed intelligenza, né riso per la sua malizia e furberia; è odioso, disgustoso, prosaico, una sconciatura.

Ma, se è così sciocco, come può far ballare gli altri? Gli altri sono ancora più sciocchi. Carlomagno è vieppiù imbecille che Gano non sia sciocco: Carlomagno, motore nominale del mondo, di cui Gano è il motore effettivo. Pulci dice, al principio del suo poema, d’averlo impreso per ritrarre degnamente Carlomagno, stato fin allora mal ritratto. Che ne ha fatto? Un vecchio rimbambito, imbecille, senza iniziativa, senza forza; una girandola mossa or dalle menzogne di Gano or dalle insolenze de’ Paladini. Se il Pulci avesse avuta una intenzione comica come Cervantes, avrebbe potuto fare una magnifica caricatura di quegli imperatori di cartastraccia che, credendo governare, son governati dai servi dei loro servi. Ma invece arrossisce di ridicoleggiarlo. Non vuol mai mancare di rispetto alla corona imperiale. Non ha il coraggio del suo concetto. Carlomagno viene detronizzato da Rinaldo e si rimpiatta sotto la gonnella d’Alda la bella. Questo fatto ridicolissimo in sostanza è da lui accennato in due versi.

Il personaggio rimane strozzato per mancanza di coraggio, fra il Carlomagno della tradizione e l’ideale suo.

Se questi due rimangono prosaici che ne sarà degli altri? Che cos’è il mondo, messo in moto da loro?

Negli antichi poemi romanzeschi il pagano è posto in antitesi col cristiano. I primi scrittori veggono ne’ musulmani qualche cosa d’inferiore a cani, fuori dell’umanità: gran forza fisica (che però soggiace alle forze ragionevoli dei cristiani), congiunta a slealtá, malafede, a compiuta assenza di senso morale. Ma