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Pagina:De Sanctis, Francesco – La poesia cavalleresca e scritti vari, 1954 – BEIC 1801106.djvu/361

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356 nota

dente. Di questo scritto però ci è stata fornita dal prof. Michele Manfredi una minuta, o abbozzo, autografo (Ms) che, per i primi due capoversi, corrisponde al testo Croce, con queste varianti: p. i85 r. pen. «Onde cominceremo noi? Gli scrittori di simil genere, spingendo l’occhio», Ms «Onde cominceremo questa storia della letteratura italiana? Gli scrittori allungando l’occhio»; p. i86 r. 5 «Non disprezzo questi lavori», Ms «Non vi disprezzo questi lavori»; ivi rr. 6-i0 «anzi ammiro l’ardire... fuori del mio disegno», Ms «ammiro l’ardire e l’erudizione di uomini, che suppliscono al difetto di dati sufficienti lavorano [sic] con la fantasia, ma essi escono fuori dal mio disegno». Nel Ms comunicatoci dal Manfredi, di seguito alle parole «mio disegno» della nostra p. i86 r. i0, ci sono questi altri periodi soltanto: «Io voglio presentarvi la letteratura italiana nel punto ch’ella è una letteratura, cioè quando la lingua ed il pensiero acquistano una forma fissa; nel secolo XIV. Fu allora che la lingua si sciolse dal latinismo, dal provenzalismo e dal municipalismo, tre elementi che innanzi noi vediamo starsi l’uno accanto all’altro crudi, grezzi, tanto che nella stessa strofe in istato di [segue una parola abbreviata indecifrabile] e di opposizione trovi eo, meo, e dottare e dolzore e foraggio, pigliao, amao, etc., e che ora si cominciano a trasformare a fondere si che la lingua acquista una forma sua propria. — Cino da Pistoia — Le desinenze si fissano, la sintassi diviene piú regolare, le particelle piú precise, i suoni piú musicali. Questo stesso progresso troviamo nelle idee. Negli antichi rimatori l’amore o cade in un sensualismo plebeo, come in Ciullo D’Alcamo; o in un cavalleresco astratto. E dico astratto, perché questo elemento cavalleresco il poeta non lo trova nella sua anima, né nella sua natura, ma lo toglie ad imprestito da’ provenzali, ed è piú un affare di moda che di sentimento. Quindi queste rime constano di pensieri scuciti senza insieme, che [segue un rigo indecifrabile]. La poesia ha una doppia base, l’analisi e la metafisica de’ sentimenti, e l’astrazione e l’allegoria. Sviluppo.»

2. Il «Savonarola» di Pasquale Villari. — Pubblicato per la prima volta dal Croce, in «La critica», i9i4, pp. 36i e sgg. Dal manoscritto autografo esistente alla Nazionale di Napoli (XVI. C. 36), sul quale ci siamo fondati per il testo, oltre alle correzioni al testo del Croce, che qui è inutile indicare, abbiamo ricavato alcune frasi, cancellate, che qui riportiamo: p. i89 r. i2, dopo le parole «usciti in Italia.» nel Ms c’è cancellato «A fare un lavoro serio è mestiere