Pagina:De Sanctis, Francesco – La poesia cavalleresca e scritti vari, 1954 – BEIC 1801106.djvu/367

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come la logica, i suoi piú e meno come la matematica. Quale espressione di un lato di tale realtá i Pulcinelli non nascono solo a Napoli; anche l’arte, anche la storia hanno i lor Pulcinelli: è una forma, per la quale ciascun di noi dee passare; e domando se non abbia alcunché di quella natura il Cinese che fa la sua musica coi fuochi d’artifício, alza una torre di porcellana alta 200 piedi e larga 6, e si difende dai Tartari con una muraglia lunga mezza Asia e alta pochi piedi di altezza; domando se la parola pulcinellata non sia degna di entrar nella lingua per esprimete quella non so qualcosa che il buon senso sa comprendere e applicare alla sciocchezza nella mente e alla mancanza di dignitá personale nella vita.

Ma io non parlo di cotesto Pulcinella quasi universale che sorge spesso improvviso in coda a un sillogismo nel pensiero del filosofo, o tra le pieghe di due rime nella fantasia del poeta. Cotesto Pulcinella è nato con l’uomo, ha percorso come T Ebreo tutte le etá e tutti i popoli e come un tempo cooperò alla fabbrica degli imperi universali, lasciamo che oggi si domicilii nello immenso sogno della repubblica cosmopolita.

Io parlo di un essere piú modesto, del Pulcinella napoletano, che vive del nostro cielo, della nostra aria, della nostra luce, che ci regala parte della sua natura, e che brioso compagno ci trastulla e ci aiuta a scivolar sulla vita in mezzo a tanto fracasso di uomini e di bestie, in tanto vertice di azione e di frascherie e in tanto brulichio di grandi uomini e di moscherini che fanno caratteristica questa bella e popolosa cittá. Né tal Pulcinella è leggero argomento: innanzi alle grandi catastrofi che hanno agitato l’Europa, alle lotte del suo paese con la Prussia uno scrittore francese (Marry-Leson) lottava col difficile tèma di un ’opera che costa 60 franchi quanto costano insieme appena un comento di Dante e della Bibbia, e dubito che, come molti altri suoi connazionali, non abbia indovinato quel tipo che sfuma in mezzo a tanta varietá di colori e di forme. Questo Pulcinella ha pur la sua storia; e se la sua culla non va contesa tra pili cittá come quella di Omero e di Tasso, perché è negli stessi costumi del popolo, pur non è ben certo donde nascesse o quando la prima volta apparisse ai facili spettatori che lo chiamaron fratello. Fu detto ch’egli traesse origine da un Paolo Cinella tre secoli fa, origine ristretta e non adottabile, parmi, in tanto progresso di un’epoca che per decifrare una genealogia risale all’etá di pietra o di bronzo, e per segnare la fede di nascita di un’idea, cava e studia i fossili del pensiero umano. Pulcinella è una di quelle figure che sorgono dallo istinto popolare, non dallo ingegno di un uomo; quasi spuma di onda per improvviso movimento venuta su, o conchiglia che appartenga a un infimo strato di terra: e però la sua carta di battesimo non può prodursi incontestata; ma il blasone di lui plebeo è forse piú antico che quello della nostra dinastia, e fu rispettato dalla rivoluzione dell’89 e da quella del i860 fermo ed eguale sempre come la forma del suo cappello.

Ma Pulcinella non può studiarsi che nel teatro dove egli ancora domina,