Pagina:De Sanctis, Francesco – La poesia cavalleresca e scritti vari, 1954 – BEIC 1801106.djvu/370

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nota 365

cannoni per raccoglier poi Custoza e Sédan, o «restar padroni delle acque di Lissa».

Bisogna un servo? Pulcinella è ai vostri ordini; ei c’è nato. La livrea l’ha nell’anima; ma non vi scandalezzate se è sintetico, se accettato da due padroni ne serve due: qui non sa farsi altrimenti, sia che questa plebe accetti il Sillabo come lo Statuto, o reciti un’orazione a San Gennaro mentre attenta alla vostra borsa; sia che 1 ’ Italia, che ha pur sempre bisogno di tutori, si affretti a studiare la lingua tedesca per unirla alla francese nelle tabelle delle sue locande o nelle quarte pagine de’ suoi giornali.

Né fate rimprovero a Pulcinella se minuzioso indagatore origlia, spia, e dimentica i suoi affari per correr disperatamente dietro a un cane che ha tutti i suoi quattro piedi, ma si è fermato un poco a guardarlo. Fermatevi cosí voi in mezzo a una strada di Napoli e avanti un sasso: voltandovi, vi troverete attorno una folla attonita, curiosa che sta a guardare. Che cosa? O voi o il sasso o nulla, e che si scioglie dignitosamente come un meeting inglese che abbia discusso una grande questione sociale. Né accusate di leggiero Pulcinella se bada piú alla forma che alla sostanza, al fiocco che al berretto, e se vedendovi con un fascio di carte sotto vi giudicherá un avvocato, se con una grossa canna d’India un dottore. Si avanza Championnet alla conquista del Regno? Pulcinella non domanda se i Francesi rechino libertá o servaggio, ma se abbiano grande statura o vestano bello uniforme.

Pulcinella qui non è solo nel teatro, fa capolino nei giudizii che si formano alla buccia. Quel tale ha intercalata la parola come un calcolo trigonometrico, o a lui dal labbro distilla gravida di sentenze? È un pensatore. Ha idropico il periodo? È un oratore. Ha lunga la chioma, malato l’occhio? È un poeta. Un alto funzionario ha gli abiti rattoppati? È un uomo onesto: come in Francia nel secolo passato doveasi avere le scarpe rotte per esser filosofi come Francklin. È vero, potrebbe risponder Pulcinella, che le orecchie lunghe son dell’asino, ma si può esserlo anche con piccole; ché altrimenti una giusta misura di orecchie sarebbe condizione di eleggibilitá da aggiungersi nel nostro Statuto. È vero che non si può esser grand’uomo senza soprabito lungo, ma questo l’hanno anche i portinai e i cocchieri. Ciò sarebbe un saggio del buon senso di Pulcinella, il quale ha pur la sua logica che lo fa tirare innanzi come ogni altro galantuomo. Non sostengo giá ch’egli sia un filosofo; ma certo è che ha il merito di ravvicinare due scuole che han diviso la scienza e l’umanitá. È Eraclito insieme e Democrito, ride e piange nello stesso tempo e perpetuamente folleggia. È l’antica vena anacreontica, è l’Arcadia, è la facile vacuitá della vita che indora l’infingardaggine, l’indolenza e la superstizione di questa plebe, i cui buoni germi restano soffocati sotto un immenso cumulo di pregiudizii che, pur liberata dalla tirannide politica e in parte dalla religiosa, la fanno ancora schiava di se stessa e contenta del suo