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66 la poesia cavalleresca

saltando nella barca da cui è condotto in un’altra isola, dove un mostro starebbe per divorarlo quando Angelica gli apparisce e gli dice: — Amami e ti salverò — . Ranaldo rifiuta; ma Angelica, non avendo cuore di farlo morire, uccide il dragone; Ranaldo fugge, e, dopo una strepitosa avventura, acquista Rabicano.

Ranaldo, che vorrebbe restarsene a Parigi, è condotto lontano lontano. Orlando, che vorrebbe tener dietro ad Angelica, cápita nel giardino di Dragontina: chi vi entrava, smemorava, e divenne Orlando, con molti altri guerrieri, schiavo di Dragontina.

Intanto, il centro d’azione, Angelica, perduta ogni speranza di acquistar Ranaldo, torna nel Cataio. Agricane, fortissimo re pagano, aveva radunato un potente esercito per impossessarsi di Angelica. Ma Sacripante, altro re pagano, che l’amava anch’egli, muove per liberarla con un esercito sotto Albracca.

Qui ha luogo la prima battaglia del poema. Le battaglie del Boiardo sono monotone: quest’infiniti eserciti sono la canaglia che un guerriero fa a pezzi e distrugge. Tutti questi combattimenti vanno a finire in un duello. Questa prima battaglia è famosa perché s’approssima più d’ogni altra alla grandezza ariostesca. L’autore è fresco, Agricane e Sacripante s’incontrano. (Tasso ha imitato questo duello per fare quello fra Tancredi ed Argante.) Sacripante, destrissimo e provvisto d’un rapidissimo cavallo, Frontalatte, resiste per più di sei ore ad Agricane; finché finalmente, ferito in più luoghi, non si ritiri nelle camere di Angelica per farsi medicare. Agricane entra co’ fuggiaschi in Albracca, e rimane solo chiuso nella città. (Ariosto ha imitato questo luogo, cambiando Agricane in Rodomonte ed Albracca in Parigi.) Vorrebbe ritirarsi, quando, sfondate le porte, entrano i suoi d’ogni parte nella città: Angelica, ormai indifesa, abbandona la fortezza, che le era rimasta, a Sacripante, e parte, cercando un nemico ad Agricane. Cápita nel giardino di Dragontina, provveduta dell’anello che la rendeva invisibile e distruggeva ogni incanto. Trova che Grifone ed Aquilante cantavano l’uno da basso e l’altro da soprano, Brandimarte che