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iv. l’«orlando innamorato» 69

l’incanto del giardino di Falerina. Angelica, pensando d’ingraziarsi Ranaldo, gli rimanda Baiardo.

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Il Wagner, editore di una collezione di classici italiani in Lipsia, professa una grande ammirazione pel Boiardo, anteponendolo, nonché al Pulci, ma all’Ariosto, e proprio per la ragione che lo dovrebbe far biasimare, perché solo fra gl’Italiani, ha trattato seriamente la Cavalleria. Wagner s’indegna contro gl’Italiani di quell’epoca che non guardavano l’epoca dell’amore, dell’onore e delle grandi imprese con la serietà stessa de’ romanzieri stranieri.

Non ho fatto molto caso di questa che credevo un’opinione personale e fondata sopra princípi assoluti, cavati dalla religione, dalla politica, dalla morale, non dall’arte, ch’è indipendente; poco preme se sia o no religiosa, morale, seria; la quistione è di sapere se in un certo periodo sociale l’arte debba prendere o no una data forma.

Ma mi è capitata fra le mani un’opera dello Schmidt, ch’è un’analisi de’ poemi cavallereschi italiani, e non solo ne racconta il contenuto, ma vi soggiunge alcune osservazioni estetiche. Lo Schmidt non ha un’idea molto vantaggiosa dell’Ariosto. Dice che per piacere a differenti classi di gente, innamorati, guerrieri, uomini d’immaginazione e buffoni, mescolò amori, armi, avventure favolose, plebeitá senza serietá.

Così vidi uno de’ poemi più seriamente concepiti, ed eseguito con quella superstizione che un genio mette ne’ suoi lavori, trasformato dallo Schmidt in una mascherata, in una caricatura! Lo Schmidt pensa come il Wagner riguardo al Boiardo, perché primo e solo rappresentò seriamente la Cavalleria; indegnandosi contro gl’Italiani d’allora e soprattutto contro l’Ariosto e il Pulci. Ora in quel tempo, tutta l’Europa, non la sola Italia, combatteva contro il Medio evo, aspirando ad uscire di quella barbarie; ed una poesia epica seria sulla Cavalleria come oggi una poesia epica seria sulla guerra troiana o punica, non avrebbe avuto un sentimento sociale.