Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. I, 1952 – BEIC 1803461.djvu/113

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pier delle vigne i07

a poesia: in luogo di un vocabolario di frasi ci danno un vocabolario di date e di avvenimenti. Apro altri conienti: è il Boccaccio che afferma le Arpie essere l’avarizia, ma no, esce in mezzo un altro, le Arpie sono la rapacitá e la violenza; voi v’ingannate, sopraggiungono il Rossetti e l’Aroux: le Arpie sono i monaci domenicani. Voi ridete, signori? E non dice Dante, osserva l’Aroux, colli e visi umani? Parla di bestie ed intende di uomini. E non aggiunge piè con artigli? che rappresenta mirabilmente la rapacitá di quei frati. E che cosa è quel «pennuto il gran ventre», quel ventre pennuto, se non un ventre largo, il ventre largo dei Domenicani?

Signori, queste specie di conienti, grammaticali, rettorici, storici, allegorici non sono piú permessi oggi. Né dico ciò a biasimo dei comentatori o dei conienti; essi rappresentano il lor tempo. Ma non sono piú permessi oggi. La scienza è giá cinquant’anni che si è messa per altre vie, e dopo breve contendere l’antica critica non oppone giá piú scienza a scienza: la lotta scientifica è terminata. E nondimeno ella resiste ancora nel fatto, resiste per accidia, per abitudine, per tradizione, per quella non so quale resistenza passiva e plebea che rende cosí difficile il trionfo del vero intellettuale o sociale ch’ei sia. La scienza si è messa non solo per altre vie, ma per vie opposte come suole avvenire: ella si è collocata all’altro estremo. Voi ci date frasi ed io vi dò concetti; voi ci date fatti storici, ed io vi dò leggi storiche.

Sorta in Germania, distesasi in Francia, ella ha avuto fra noi per suo illustre rappresentante Vincenzo Gioberti. La quistione estetica ella la pone a questo modo. Qual è il concetto e quale la sua forma storica, cioè come si è andato esplicando in questo o quel secolo? La scuola tedesca s’intrattiene piú volentieri sul concetto, e la sua critica ha aria di dissertazione: la scuola francese s’indugia con piú compiacenza sulla forma storica, e la sua critica tiene del narrativo. E dico scuole a disegno, perché non intendo parlare dei critici, tra i quali ce ne ha di sommo ingegno; e l’ingegno ha una cotal sua limpida intuizione del vero che lo tiene fuori dei sistemi e lo alza sopra le scuole. Ma come ai grandi poeti succedono scuole poetiche,