Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. I, 1952 – BEIC 1803461.djvu/157

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janin e alfieri i5i

maestri e dei piú asini ripetitori e di quel professore di filosofía papaverica, che dormicchiando spiegava ad uditori addormentati, e toccava pure dell’ardore ond’egli spesso avanzava i suoi compagni, sospinto da emulazione. Queste circostanze cambiano interamente la natura ed il significato del fatto. «A trente ans il ne savait même pas l’italien!» Janin ignora che a quel tempo appena pochissimi conoscevano l’italiano; che i soli scrittori leggicchiati alquanto erano il Tasso e il Metastasio; e che Alfieri è stato tra i primi che abbia rimesso in onore lo studio della nostra lingua. «Vaniteux á ce point qu’un beau jour de printemps il se plaignait d’aller au pas dans la société des joyeux muletiers.» Alfieri dice: «il piacere di questo viaggio mi venne... amareggiato non poco dall’essere costretto di farlo coi vetturini a passo a passo, io che... prima aveva cosí rapidamente percorso quella via... e mi teneva molto avvilito di quella ignobile e gelida tardezza del passo d’asino, di cui si andava». Ciò che dunque amareggiava Alfieri era non la compagnia dei vetturini, che ivi stanno come un incidente dimenticato, per mostrare che andava in un calesse, ma la tarditá del passo: e veramente anche persone che non abbiano la malattia del correre e correre di Alfieri, sentono l’incomportabile noia di quel viaggiare a passo di mortorio. Ma Janin oibò! Alfieri dice: «co’ vetturini». Egli dice, allargando: «dans la société des joyeux muletiers», e poi traduce: «avec de simples voituriers», e scrive in corsivo per farlo ben notare quel simples che non è in Alfieri: piccole malizie! Alfieri dunque era un aristocratico che non degnava di andare in compagnia dei vetturini... «ah banditi ingrati insolenti» E qui noi lascia piú! Conte Alfieri, principe Alfieri, signore Alfieri! Se Alfieri s’indegna che la sua amata si lasci corteggiare da un palafreniere, aristocrazia! Se gli spiace che le sue tragedie sieno rappresentate, ciò non è per la cantilena e la sguaiataggine degli attori, com’egli dice, ma per aristocrazia, perché il pubblico teatrale è democrazia, ed Alfieri disprezza gli applausi democratici! Se ama la duchessa d’Albany, non è per le egregie qualitá di questa donna, com’egli crede, ma per aristocrazia, perché la era una