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machiavelli 32i


L’eroe se ne va: sparisce il cavaliere, il crociato, il santo. Succede in suo luogo la grandezza naturale, quella che viene dall’ingegno e dal sapere, senza segni esteriori che l’accennino, senza che vi sia bisogno di pompa e d’apparenza.

Savonarola sul pergamo, suo piedistallo, apparisce ancora come il messo di Dio, l’apostolo, il profeta, il martire. Niccolò Machiavelli è l’uomo borghese, l’uomo della scienza e del lavoro, mescolato con la moltitudine fino alla volgaritá. Volgare diceva il Guicciardini la vita del Machiavelli; ed è appunto la grandezza che apparisce nuda, perché non le occorrono lenocinii di forma.

Ambedue volevano riformar l’Italia, il primo con l’entusiasmo, il secondo con la scienza Savonarola adopera il fanatismo, la collera, che non comprende e non tollera; Machiavelli la tolleranza, che comprende ed assolve: non giá la tolleranza indifferente dello scettico, dell’ebete, dello sciocco; ma la tolleranza dello scienziato, che non sente odio contro la materia che egli analizza e studia, e la tratta coll’ ironia dell’uomo superiore alle passioni, e dice: — Ti tollero, non perché ti approvo, ma perché ti comprendo — .

Tale è l’uomo moderno. Machiavelli. Savonarola aveva predetto l’invasione di Carlo VIII, attribuendola alle solite cagioni: lo sdegno di Dio, i peccati degli uomini; e gridava: — Penitenza, penitenza! — . Innanzi a questo stesso fatto, Machiavelli ne studia le cagioni, cerca d’indagare gl’interessi che poterono originare la chiamata dello straniero, e, dopo avere tutto spiegato, finisce con queste parole:

Onde è che a Carlo re di Francia fu lecito pigliare Italia col gesso; e chi diceva che ne erano cagione i peccati nostri, diceva il cero: ma non erano giá quelli che credeva, ma questi che io ho narrato.

Accanto alla scienza qui sentite l’ironia: perché vi è «peccato» in doppio senso. I peccati pel frate erano i delitti e i vizii degli uomini, e per Machiavelli le condizioni d’Italia.

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De Sanctis, Saggi critici.-ii