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354 saggi critici

come è l’Inno a Nettuno, prodigio di erudizione e d’imitazione. Ma se entro a quelle membra vuol soffiare la vita, gli è impossibile rifar la v:ta greca : perché i morti non tornano, la vita non è giá ne’ materiali, ma nella forma che li compenetra e li fa un solo essere. E la forma è generata da un certo modo di pensare e di sentire, il cui insieme dicesi spirito, e che è la personalitá incomunicabile di un individuo, di una epoca, di un popolo. Qui i materiali son tutti greci, ma lo spirito che gl’informa è tutto moderno, ed è perciò non una dotta e fredda imitazione, com’è l’Inno a Nettuno, ma cosa viva.

Ma, per non rimanere sui generali, vediamo piú dappresso l’argomento. La base su cui è fondata questa poesia, è il motto di Simonide, conservatoci da Diodoro: «la vostra tomba è un’ara».

Questo motto è una rivelazione. Per il poeta greco l’amor patrio è un sentimento religioso, e il fatto delle Termopili è un’impresa sacra, e sono veri martiri i caduti e le loro tombe sono sacre, sono are, innanzi alle quali si fanno supplicazioni e sacrificii. Nello spirito greco non è distinto l’elemento civile o laico dall’elemento religioso: gli augurii, gli oracoli, gl’Iddii fanno parte della vita. Giove abita piú in terra che in cielo. Indi quel non so che di sacro e di solenne e quasi di ieratico che trovi negl’ inni, ne’ poemi, nelle tragedie, ne’ canti. Lo spirito non si è ancora del tutto sviluppato dal divino; non ha ancora vita propria e distinta: e perciò gl’Iddii sono troppo uomini, troppo turbolenti, e la faccia dell’uomo è troppo divina, troppo quieta. Quel motto: «la vostra tomba è un’ara», dovea svegliare nel poeta greco una serie di sentimenti e d’ impressioni e d’idee accessorie, che animarono il suo canto e furono come la sua essenza o il suo spirito, uno spirito formato da’ secoli e di cui il poeta aveva intorno a sé l’eco in tutti i greci.

Ma per Leopardi quel motto è un modo di dire, e giá prima l’avea usato e guasto il Vincenzo Monti con la sua rettorica. « La vostra tomba è un’ara » nel poeta greco è vero letteralmente, è legato con sentimenti religiosi; nel Leopardi è una figura, e rimane come un pensiero incidentale, in debole legame con tutto il