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l’uomo del guicciardini i5

quillo, è quello di un Iddio, alto e sereno sulle tempeste, ma di un Iddio leggermente ironico, inclinato a pigliarsi spasso degli uomini e voltarli a modo suo.

Questo tipo del Guicciardini è la «pianta uomo», come s’era piú o meno sviluppata in Italia; è la fisonomia rimasa storica e tradizionale dell’uomo italiano com’era in quel tempo; è quella superioritá e padronanza dello spirito, alla quale i popoli non giungono se non dopo molti secoli d’iniziazione e di civiltá, e dove l’Italia giunse con tanta celeritá di cammino, che vi lasciò per via gran parte delle sue forze. Onde avvenne, che in cosí visibile progresso dello spirito, in cosí varia e ricca coltura, in tanta prosperitá, fra tanti capilavori, quando coglieva il piú bel fiore di una vita breve e affaticata, e aveva in vista nuovi orizzonti, si trovò esausta, e i giorni piú allegri e piú belli della sua esistenza furono i giorni della sua morte.

L’Italia era molto simile a quest’uomo del Guicciardini, che ha fatto piano di tutto il passato, e rimasto solo col suo spirito, si gitta nella vita pieno di confidenza nel suo ingegno, nella sua dottrina, nella sua esperienza, nel suo occhio perspicace, e tratta l’uomo, come la natura, quasi suo servo, e suo istrumenri e nato a utile suo, e guarda con uno sguardo fra l’ironico e il compassionevole; e in veritá il piú degno di compassione è lui.

Perché infine qual è l’uso che di tante forze intellettive fará quest’uomo? qual è per lui il problema della vita? Vivere è voltare tutte le cose divine e umane, spirituali e temporali, animate ed inanimate, a beneficio proprio. Ecco l’ultimo motto di questa scienza e arte della vita.

Seguiamo la storia di quest’uomo secondo il tipo del Guicciardini, disegnato con tanta maestria in questi implacabili Ricordi.

Egli ha sciolto tutti i vincoli col passato, è uscito dalla barbarie del Medio evo, ed è giá l’uomo nuovo o l’uomo moderno, che si beffa del soprannaturale, e di tutti gli «occulti» e le «vane cogitazioni» dell’astrologia e della magia, de’ teologi e de’ filosofi, e non ha fede che nella scienza, e vi pone a