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254 | storia della letteratura italiana |
del senso e tutte le ansietá di un amore di donna. Scoppia fuori la contraddizione o il mistero. Il suo amore non è cosi possente che lo metta in istato di ribellione verso le sue credenze, né la sua fede è cosi possente che uccida la sensualitá del suo amore. Nasce un fluttuar continuo di riflessioni contraddittorie, un si ed un no, un voglio e non voglio:
ch’i’ medesmo non so quel che io mi voglio. |
Nasce il mistero dell’amore, che ti offre le piú diverse apparenze, senza che il poeta giunga ad averne chiara coscienza:
Se amor non è, che dunque è quel ch’i’ sento? ma s’egli è amor, per Dio, che cosa e quale? |
Manca al Petrarca la forza di sciogliersi da questa contraddizione, e piú vi si dimena, piú vi s’impiglia. Il canzoniere in vita di Laura è la storia delle sue contraddizioni. Ora gli pare che contraddizione non ci sia, e unisce in pace provvisoria cielo e terra, ragione e senso, gli occhi che mostrano la via del cielo e gli occhi alfin dolci tremanti,
ultima speme de’ cortesi amanti. |
Sono i suoi momenti di sanitá e di forza, di entusiasmo piú artistico che amoroso, dal quale escono le vivaci descrizioni del bel corpo e le tre «canzoni sorelle». Ora si sente inquieto, e si lascia ir dietro alla corrente delle impressioni e delle immagini, e vede il meglio e al peggio s’appiglia, come conchiude nella canzone:
I’ vo pensando, e nel pensier m’assale, |
dove è rappresentata la lotta interna tra la ragione e il senso, la ragione che parla e il senso che morde. E ci son pure momenti che la ragione piglia il di sopra, e si volge a Dio, e si confessa, e fa proposito di svellere dal suo cuore il «falso dolce fuggitivo»,
che ’l mondo traditor può dare altrui. |
Non c’è dunque nel Canzoniere una storia, un andar graduato da un punto all’altro; ma è un vagar continuo tra le piú