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xii - il cinquecento 397


nell’Orlando furioso. La Scuola di Atene, il San Pietro, l’Orlando furioso sono le tre grandi sintesi del secolo.

L’Orlando furioso ti dá la nuova letteratura sotto il suo duplice aspetto, positivo e negativo. È un mondo vuoto di motivi religiosi, patriottici e morali; un mondo puro dell’arte, il cui obbiettivo è realizzare nel campo dell immaginazione l’ideale della forma. L’autore vi si travaglia con la piú grande serietá, non ad altro inteso che a dare alla sua materia l’ultima perfezione, cosi nell’insieme come ne’ piú piccoli particolari. Il poeta non ci è piú, ma ci è l’artista che continua il Petrarca, il Boccaccio, il Poliziano, e chiude il ciclo dell’arte nella poesia. Ma, poiché infine questo mondo cosi bello, edificato con tanta industria, non è che un giuoco d’immaginazione, vi penetra un’ironia superiore, che se ne burla e vi si spassa sopra col piú allegro umore. La parte plebea, che nel Decamerone occupa il proscenio, qui giace ne’ bassi fondi, con la sua oscenitá e la sua buffoneria; e sorge a galla il mondo della cortesia e del valore, ne’ suoi piú bei colori, ma accompagnato da questo sentimento, che è un bel sogno: la realtá si fa valere e disia il castello incantato. È la visione severa di un’anima ricca che si effonde in amabili fantasie, elegiaca nelle sue turbazioni, idillica nelle sue gioie, con non altro fine e non altra serietá che la produzione artistica. Nelle arti figurative la produzione è accompagnata con un perfetto obblio dell’anima nella sua creatura: Raffaello è tutto intero nella sua opera, e non guarda mai fuori, e realizza la sua idea con quella serietá con la quale Dante costruisce l’altro mondo. L’ideale della forma, che si esprime con tanta serietá nelle arti, non ha ancora la coscienza che esso è mera forma, mero giuoco d’immaginazione. Ma qui l’arte si manifesta e si sente pura arte, e sa che il mondo reale non è quello, e accompagna con un sorriso la sua produzione. In questo sorriso, in questa presenza e coscienza del reale tra le piú geniali creazioni è il lato negativo dell’arte, il germe della dissoluzione e della morte.

Intorno a questo mondo ariostesco pullulano poemi e romanzi e novelle. Lascio stare il Girone e l’Avarchide dell’Alamanni,