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xii - il cinquecento 405


senso morale, che non si sentiva il bisogno dell’ipocrisia, e si mostravano servili e sensuali uomini per altre parti commendevoli; com’erano moltissimi letterati e il nostro Berni, «il dabbene e gentile» Berni, dice il Lasca, che si dipinge a quel modo con piena tranquillitá di coscienza e non pensa punto che gliene possa venire dispregio. Quando certi vizi diventano comuni a tutta una societá, non generano piú disgusto e sono magnifica materia comica, e possono stare insieme con tutte le qualitá di un perfetto galantuomo. Il Berni è poltrone e sensuale e cortigiano, e non lo dissimula (ciò che farebbe ridere a sue spese), anzi lo mette in evidenza, cogliendone l’aspetto comico, come fa un uomo di spirito, che non crede per questo ne scapiti la sua riputazione. Questa credenza o perfetta buona fede lo mette in una situazione netta e schiettamente comica, si ch’egli contempla e vagheggia il suo difetto senz ’alcuna preoccupazione di biasimo e con perfetta libertá di artista. È sottinteso che in questi ritratti berneschi non è alcuna profonditá o serietá di motivi; appena la scorza è incisa: ci è la borghesia spensierata e allegra, che non ha avuto ancora tempo di guardarsi in seno ed è tutto al di fuori, nella superficie delle cose. Questa superficialitá e spensieratezza è anch’essa comica: è parte inevitabile del ritratto. Perciò la forma comica sale di rado sino all’ironia, e rimane semplice caricatura, un movimento e calore d’immaginazione, com’ è generalmente ne’ comici italiani, a cominciare dal Boccaccio. Dove non è immaginazione artistica, il comico non si sviluppa, ed il difetto rimane prosaico, e perciò disgustoso, come è in tutti gli scrittori di proposito osceni. Ne’ ritratti del Berni entra anche l’osceno, ingrediente di obbligo a quel tempo; ma non è li che attinge la sua ispirazione, non vi si piace e non vi si avvoltola. Ciò che l’ispira non è il piacere dell’osceno o la seduzione del vizio, ma è un piacere tutto d’immaginazione e da artista, che senti nel brio e nella facilitá dello stile, e che, mettendo in moto il cervello, gli fa trovare tanta novitá di forme, d’immagini e di ravvicinamenti, come è il ritratto della sua cameriera e l’altro, un vero capolavoro, della sua famiglia. Ecco perché