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xii - il cinquecento 411


e di farle credere s’ingegnasse alle persone; e non avendo né padre né madre, ed assai benestante sendo, gli conveniva stare il piú del tempo solo in casa, non trovando per la paura ne serva né famiglio che volesse star seco, e di questo infra sé maravigliosamente godea; e praticando poco, andando a casa con la barba avviluppata senza mai pettinarsi, sudicio sempre e sporco, era tenuto dalla plebe per un gran filosofo e negromante.


È un periodo interminabile, tirato giú felicemente, dove, come in un quadro, ti sta dinanzi tutta la persona, in una ricchezza di accessorii, espressi con una proprietá di vocaboli che si può trovar solo in un fiorentino. «Struggersi d’amore» è un sentimento serio che il Lasca traduce in comico, aggiungendovi le immagini del dialetto: la fará «in modo innamorare di voi ch’ella non vegga altro dio, e si consumi e strugga de’ fatti vostri come il sale nell’acqua, e... vi verrá dietro piú che i pecorini al pane insalato». Parlando del banchetto che tenne l’astrologo con i suoi compagni di giunteria, lo Scheggia, il Pilucca e il Monaco, alle spese del candido Gian Simone, dice: «E fecero uno scotto da prelati, con quel vino che smagliava». Se il Lasca dee molto al dialetto, ha pure un pregio proprio che lo mette accanto al Berni: una intuizione chiara e viva delle cose, che te le dá scolpite in rilievo. Tale è il viaggio per aria del Monaco, come Zoroastro dá a credere al dabben Simone:


[Zoroastro] si stese in terra bocconi e disse non so che parole, e, rittosi in piede e fatto due tomboli, si arrecò da un canto del cerchio inginocchioni e, guardando fisso nel vaso..., disse: — Il Monaco nostro ha giá riavuto il resto, e vassene con l’insalata verso Pellicceria per andarsene a casa; ma in questo istante io l’ho fatto invisibilmente alzare ai diavoli da terra. Oh eccolo che egli è giá sopra il Vescovado! Oh egli vien bene, egli è giá sopra la piazza di Madonna! Oh ora egli è sopra la vecchia di Santa Maria novella. Testé entra in Guaifonda. Oh eccolo a mezza la strada! Oh egli è giá presso a meno di cinquanta braccia! Oh eccolo, eccolo giá rasente alla finestra! Or ora sará nel cerchio. — E quest’ultima parola fornita, il Monaco che stava alla posta, data una spinta alla finestra, saltò nel mezzo del cerchio in pianelle, in mantello, in cappuccio, e con l’insalata e con le radici in mano.