Pagina:De Sanctis, Francesco – Storia della letteratura italiana, Vol. I, 1962 – BEIC 1807078.djvu/112

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Questo secolo s’apre con un grande atto, il giubileo, pontefice Bonifazio ottavo. Tutta la cristianitá concorse a Roma, d’ogni etá, d’ogni sesso, di ogni ordine e condizione, per ottenere il perdono de’ peccati e guadagnarsi la salute eterna. Tutti animava lo stesso concetto, espresso cosi variamente in tante prose e poesie: la maledizione del mondo e della carne, la vanitá de’ beni e delle cure terrestri e la vita cercata al di lá della vita. Il nuovo secolo cominciava consacrando in modo tanto solenne il pensiero comune nella varietá della coltura. I preti e i frati soprastavano nella riverenza pubblica, non solo pel carattere religioso ma per la dottrina, tenuta loro privilegio; tanto che il Villani loda di scienza Dante, aggiungendo : «benché laico»; e i dotti uomini, benché laici, erano detti «chierici». Tutta la societá italiana, raccolta colá dallo stesso fine, rendeva una viva immagine di quel pensiero comune e di quella varia cultura. Vedevi i contemplanti, i romiti, i solitari del deserto e della cella col corpo macero da’ digiuni, da’ cilizi e dalle vigilie, ritratti viventi de’ misteri e delle leggende. C’erano gli umili di spirito, animati da schietto sentimento religioso e che tenevano la scienza come cosa profana; e ci erano i dotti, i predicatori e i confessori, il cui testo era la Bibbia e i santi padri. Vedevi gli scolastici e gli eruditi, teologi e filosofi, che univano in una comune ammirazione i classici e i santi padri, disputatori sottili di tutte le cose e anche delle cose di fede; parlanti un latino d’uso e di scuola, vibrato, rapido, vivace, dove sentivi il volgare destinato a succedergli; amici della filosofia con quello stesso ardore di fede che gli altri si professavano servi del Signore, ma di una filosofia non ripugnante alla fede, anzi sostegno, illustrazione e ragione di quella, confortata da sillogismi e da sentenze e da citazioni, dove trovi spesso Tullio accanto a san Paolo. Alteri della loro scienza e del loro latino, spregiatori del volgare, da costoro uscivano que’ trattati, que’ conienti, quelle «somme», quelle storie, che empivano di maraviglia il mondo. Accanto a questi veggenti della fede e della filosofia, a questa vita dello spirito, trovi la vita attiva e temporale, affratellati dallo stessopensiero i signori e i tirannetti feudali e i priori e gli anziani