Pagina:De Sanctis, Francesco – Storia della letteratura italiana, Vol. I, 1962 – BEIC 1807078.djvu/113

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delle repubbliche, il cavaliere de’ romanzi e il mercatante delle cronache. La, appiè del Coliseo, un ardito negoziante, Giovanni Villani, pensò che la sua Fiorenza, figliuola di Roma, era non meno degna di avere una storia, e la scrisse. Fra tanto splendore e potenza del chiericato, lo spregiato laico cominciava a levare la testa e pensava all’antica Roma e a Firenze, figliuola di Roma. Lá molte amicizie si strinsero, molte paci si fecero, come avviene in certi grandi momenti della storia umana; sparirono guelfi e ghibellini, ottimati e popolari, baroni e vassalli, stretti tutti ad una sola bandiera : uno Dio, uno papa, uno imperatore. Lá il papato ebbe l’ultimo suo gran giorno, l’ultimo sogno di monarchia universale, rotto per sempre dallo schiaffo di Anagni.

Il giubileo ci dá una immagine di quello che dovea essere la letteratura nel secolo decimoquarto. Ebbe dal secolo antecedente la sua materia, i suoi istrumenti e il suo concetto, del quale il giubileo fu una cosi splendida manifestazione. Ma quel concetto, rimaso nella sua astrazione intellettuale e allegorica, con cosi scarsi inizi di rappresentazione ne’ misteri e nelle visioni, ancora senza nome altro che di Beatrice, breve apparizione, svaporata subito nelle astrattezze della scienza, ebbe nel Trecento la sua vita e venne a perfetta individuazione e formazione : questo fu il carattere e la gloria di quel secolo.

L’uomo, che dovea dare il suo nome al secolo, avea giá trentatré anni, avea creato Beatrice e volgea nella mente non so che piú ardito, che dovesse abbracciare tutta l’umanitá. Tenzonava nel suo capo il filosofo e il poeta: ci era il Convito e ci era la Commedia. Ma, per apprezzare piú degnamente quella vasta sintesi che ne usci, è bene preceda 1’anaJisi, studiando la fisonomia del secolo negl’ ingegni piú modesti che non conobbero, di tutto quel mondo, se non questa o quella parte.

E c’ incontriamo dapprima nella letteratura claustrale, ascetica, mistica, religiosa : continuazione in prosa di fra Iacopone, ma in una prosa piena di poesia. Domenico Cavalca, l’autore de’ Fioretti, Guido da Pisa, Bartolomeo da San Concordio, Iacopo Passavanti, Giovanni dalle Celle non sono scrittori astratti e