Pagina:De Sanctis, Francesco – Storia della letteratura italiana, Vol. I, 1962 – BEIC 1807078.djvu/176

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vita. Questa energica e armoniosa unitá è nella natura stessa de’ due mondi, materialmente distinti, ma una cosa nell’unitá della coscienza. Cielo e terra sono termini correlativi: l’uno non è senza l’altro. Il puro reale ed il puro ideale sono due astrazioni : ogni reale porta seco il suo ideale, ogni uomo porta seco il suo inferno e il suo paradiso, ogni uomo chiude nel suo petto tutti gli dèi d’Olimpo : lo scettico può abolire l’ inferno; non può abolir la coscienza. Appunto perché i due mondi sono la vita stessa nelle sue due facce, in seno a questa unitá si sviluppa il piú vivace dualismo, anzi antagonismo : l’altro mondo rende i corpi ombre, ombre gli affetti e le grandezze e le pompe; ma in quelle ombre freme ancora la carne, trema il desiderio, suonano d’ imprecazioni terrene fino le tranquille vòlte del cielo. Gli uomini, con esso le loro passioni e vizi e virtú, rimangono eterni, come statue, in quell’attitudine, in quella espressione d’odio, di sdegno, di amore, che sono stati còlti dall’artista; ma mentre l’altro mondo eterna la terra, trasportandola nel suo seno e ponendole dirimpetto l’ immagine dell’ infinito, ne scopre il vano e il nulla : gli uomini sono gli stessi in un diverso teatro, che è la loro ironia. Questa unitá e dualitá, uscente dall’ imo stesso della situazione, balena al di fuori nelle piú varie forme, ora in un’apostrofe, ora in un discorso, ora in un gesto, ora in un’azione, ora nella natura, ora nell’uomo: in questa unitá penetra la piú grande varietá, né è facile trovare un lavoro artistico in cui il limite sia cosi preciso e cosi largo. Niente è nell’argomento che costringa il poeta a preferire il tal personaggio, il tal tempo, la tale azione : tutta la storia, tutti gli aspetti sotto a’ quali si è mostrata l’umanitá sono a sua scelta; e può abbandonarsi a suo talento alle sue ire e alle sue opinioni, e può intramettere nello scopo generale fini particolari senza che ne scapiti l’unitá. Il che dá al suo universo compiuta realitá poetica, veggendosi nella permanente unitá tutto ciò che sorge e dalla libertá dell’umana persona e dall’accidente, e moversi con vario gioco tutt’ i contrasti, e il necessario congiunto col libero arbitrio, e il fato col caso.

Adunque, che. poesia è codesta? Ci è materia epica, e non è epopea; ci è una situazione lirica, e non è lirica; ci è un ordito