Pagina:De Sanctis, Francesco – Storia della letteratura italiana, Vol. I, 1962 – BEIC 1807078.djvu/213

Da Wikisource.

mondo rappresentato nel Purgatorio. Le ricordanze de’ casi anche piú tristi sono pure di amarezza, raddolcite dalle speranze dell’ultimo giorno. Manfredi non ha una ingiuria per i suoi nemici : chiede perdono, ed ha giá perdonato :

Io mi rendei

piangendo a Quei che volentier perdona.

Buonconte di Montefeltro racconta le circostanze piú strazianti della sua morte con una calma e una serenitá che diresti indifferenza, se non te ne rivelasse il secreto il sentimento espresso in questi versi :

Quivi perdei la vista, e la parola nel nome di Maria finio, e quivi caddi, e rimase la mia carne sola.

Ciascuno ha conservato in quel cantuccio del cuore il suo tempio domestico. Ciascuno vuol essere ricordato ai suoi diletti. Come è caro quel Forese con quel «Nella mia»,

la vedovella mia che tanto amai!

E Buonconte ricorda la sua Giovanna e gli altri che si sono dimenticati di lui; e Manfredi vuol essere ricordato a Costanza; e Iacopo a’ suoi fanesi, che pregassero per lui : la sola Pia non ha alcun nome nel suo santuario domestico, e non ha che Dante che possa ricordarsi di lei :

Ricordati di me, che son la Pia.

Questo mondo cosi affettuoso è penetrato di malinconia: sentimento nuovo, che avrá tanta parte nella poesia moderna, e generato qui, nel Purgatorio. Questo sentimento ti prende a udir la Pia, cosí delicata nella solitudine del suo cuore; eppure non era sola, e ricorda la gemma, pegno d’amore. La tenerezza e delicatezza de’ sentimenti dispone l’animo alla malinconia; perché malinconia non è se non dolce dolore, dolore raddolcito da immagini care e tenere. Richiede perciò anime raccolte che vivano in fantasia, sieno «pensose», non distratte dal mondo.

14 — F. de Sanctis, Storia della letteratura italiana - 1.