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or di cerchio, or di costellazione, ora di scala, con viste nuove e maravigliose. Queste combinazioni di luce non sono altro che gruppi d’anime, che esprimono i loro pensieri co’ loro moti e atteggiamenti. A rendere intelligibili le parvenze di questo mondo di luce, il poeta si tira appresso la natura terrestre e ne coglie i fenomeni piú fuggevoli, piú delicati, e ne fa lo specchio della natura celeste. Cosi rientra la terra in paradiso, non come sostanziale ma come immagine, parvenza delle parvenze celesti. È la terra che rende amabile questo paradiso di Dante; è il sentimento della natura che diffonde la vita tra queste combinazioni ingegnose e simboliche. La terra ha pure la sua parte di paradiso, ed è in quei fenomeni che inebbriano, innalzano l’animo e lo dispongono alla tenerezza e all’amore : trovi qui tutto che in terra è di piú etereo, di piú sfumato, di piú soave. E come l’ impressione estetica nasce appunto da questo profondo sentimento della natura terrestre, avviene che il lettore ricorda il paragone, senza quasi piú sapere a che cosa si riferisca. Questi paragoni di Dante sono le vere gemme del Paradiso :
Come a raggio di sol, che puro mèi per fratta nube, giá prato di fiori vider, coperti d’ ombra, gli occhi miei;
vid’ io cosi piú turbe di splendori fulgorati di su da’ raggi ardenti, senza veder principio di fulgori l .
Si come ’l sol che si cela egli stessi per troppa luce, quando il caldo ha rose le temperanze de’ vapori spessi;
per piu letizia si mi si nascose dentro al suo raggio la figura santa e cosi chiusa chiusa mi rispose... 2 .
1 xxm, 79-84.
2 v, 133-8.