Pagina:De Sanctis, Francesco – Storia della letteratura italiana, Vol. I, 1962 – BEIC 1807078.djvu/293

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e guardin se, tenendoli ben cari, tanto piacer fu mai da lor prestato quanto ne presta amore in un sol punto a cui egli è con ventura congiunto.

Ei diranno di si, ma mentiranno, e questo amor «dolorosa pazzia» con risa e con ischerni chiameranno; senza veder che sola un’ora fia quella che sé e’ danari perderanno, senza aver gioia saputo che sia nella lor vita. Iddio gli faccia tristi, ed agli amanti doni i loro acquisti.

Ottave sconnesse e saltellanti, assai inferiori alle bellissime che precedono; il poeta sa meglio descrivere che ragionare : pure ci senti per entro un po’ di calore, e la conclusione è felicissima : è un moto súbito e vivace di immaginazione come di rado gl’incontra.

Sotto aspetto epico questo racconto è una vera novella con tutte le situazioni divenute il luogo comune delle storie d’amore : i primi ardenti desiri, l’ intramessa di un amico pietoso e le ritrosie della donna, le raffinate voluttá del godimento, la separazione degli amanti, le promesse e i giuramenti e gli svenimenti della donna, la sua fragilitá e i lamenti e i furori del tradito amante. Sotto vernice antica spunta il mondo interiore del Boccaccio : una mollezza sensuale dell’ immaginazione congiunta con una disposizione al comico e al satirico. L’ infedeltá di Griselda lo fa uscire in questo ritratto della donna :

Giovane donna è mobile, e vogliosa è degli amanti molti, e sua bellezza estima piú ch’alio specchio, e pomposa ha vanagloria di sua giovinezza; la qual quanto piacevole e vezzosa è piú, cotanto piú seco l’apprezza: virtú non sente né conoscimento, volubil sempre come foglia al vento.

A Beatrice e Laura succede Griseida; all’amore platonico l’amore sensuale; al volo dell’anima verso la sua patria, il cielo, suc 19 — F. de Sanctis, Storia della letteratura italiana - 1.